4.4.06

Saggia e folle rassegnazione

Tutte le donne, con rare eccezioni, sono inclini allo sperpero. Perciò ogni patrimonio, ad eccezione dei rari casi in cui l'abbiano esse stesse acquistato, dovrebbe essere messo al sicuro dalla loro stoltezza.

Così Arthur Schopenhauer in quell'opera fondamentale, d'indiscusso valore divulgativo e filosofico che è "Parerga e Paralipomena".

Questo passaggio mi è tornato in mente alla notizia diffusa dall'Ansa due giorni fa' e ripresa da Indymedia Italia.

Un circuito di banche, nella città saudita di Medina, ha congelato i conti correnti di chi è senza carta d'identità e le donne, essendone ovviamente prive (in Arabia Saudita il loro nome compare soltanto sui documenti del marito), non possono ritirare denaro ricevere il proprio stipendio.

E' solo uno dei tanti soprusi che si verificano nell'esistenza di questi esseri umani di serie B. Un diritto elementare in una società come la nostra, viene altrove negato a donne come noi, vite senza nome.

Come può un individuo, privo di termini di paragone, valutare le dimensioni della tragedia che sta vivendo? Della quotidiana, sempiterna rinuncia allo struggimento, alla furia, al riposo, agli errori, alle vittorie? Alla vita?

Le donne musulmane, quelle che vivono in paesi particolarmente restii a concedere loro dei diritti essenziali, sono in grado di confrontare la loro "facile" esistenza con quella degli uomini, siano essi parenti o mariti.

Il loro nome sul documento di un padre, di un marito, di un fratello. I loro corpi taciturni, celati al mondo -fatti per accogliere una vita nuova,forse, ma sempre una vita amata- prestati a individui che le stimano né più né meno di un contentitore di sperma o di embrioni. In una società per cui sono e saranno ultime. Non seconde: ultime.

E quando il nulla cannibale si è saziato di quei tangibili e sofferenti fantasmi, quando il dolore è talmente intenso da divenire più efficace di un liberatorio anestetico, ecco il bivio: arrendersi alla non vita o morire.

Non esiste società in cui uomini discriminati decidano di cambiare sesso, ma esistono donne che abbandonano il proprio corpo -non vissuto come estraneo alla loro identità- per assomigliare al nemico e poter finalmente godere di quei privilegi proibiti.

Nella stessa Arabia Saudita in cui vengono congelati i conti di esseri umani privi di esistenza propria, ben 5 donne sono ricorse alla chirurgia per non subire più ulteriori discriminazioni, vivere in modo compiuto, lavorare, guidare una macchina, uscire di casa senza essere accompagnate.

La lotta per la conquista di quei diritti comuni, essenziali, è sembrata loro superflua, destinata all'insuccesso. Si sono arrese. Alla non vita hanno preferito la morte, il ripudio del loro corpo, l'annientamento del Sé.

Noialtre, da qui, non siamo autorizzate a condannare questa decisione grave, figlia della disperazione.
Dobbiamo, ripeto, DOBBIAMO, fare ciò che in alcuni paesi non è nemmeno consentito: dire no, opporre un sereno e pertinace rifiuto a chi parla della donna (e la tratta) come categoria, o le affibbia le etichette consuete: madre, puttana, carrierista, approfittatrice o angelicata...
No a chi rispolvera per comodità la litania dei luoghi comuni, soprattutto quando l'osservazione richiede una dolorosa e compromettente presa di coscienza, meglio, un'epifania.

L'ammetto: è un compito che preferiamo affidare ad altre. Noi siamo troppo impegnate a farci lo sgambetto, litigarci un babbeo o un posto di lavoro, invidiarci la linea ritrovata o smentire con veemenza chi ci accusa di femminismo.

Non saremo mai libere fino a quando un'altra come noi sarà costretta alla rinuncia della propria individualità, ad assicurare la discendenza all'oppressore mediante un corpo usato e asservito.
Dove siamo quando si tratta di difendere i diritti civili delle donne, noi pasciute e compiaciute femmine occidentali?

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la visita, Undine. E a presto!
Buona serata!
:))

SenzaFreni/Emilia

gidibao ha detto...

in me troverai sempre un alleato undine!
dai un'occhiata al blog di barbara, lo trovi qui:
http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/

roba da mettersi a gridare dalla rabbia!

"Essere donna è un compito terribilmente difficile, visto che consiste principalmente nell'avere a che fare con gli uomini." Joseph Conrad

gidibao

Anonimo ha detto...

Scrivete su un blog...
A parte gli scherzi, il problema è serio. Anche in occidente! Anche da noi, guarda che rappresentanza politica che avete.
Deve cambiare qualcosa qui, prima.

Anonimo ha detto...

Quanto sono lontani i diritti civili..

Undine ha detto...

Sono d'accordo con chi dice che anche qui i diritti delle donne debbano essere difesi e seriamente consolidati. Personalmente, però, una cosa non esclude l'altra.

Dblk ha detto...

Concordo con Cape. Bisogna prima risolvere i propri problemi e solo dopo bisogna guardare in casa degli altri. Questo non esclude tuttavia che qualcosa bisogna pur fare. Beh un inizio è quello che fai tu. Parlarne. Ciao, Dblk

Cilions ha detto...

Ormai non credo sia più il caso di dover ribadire che donne e uomini debbano avere stessi diritti e doveri...ovunque!

Quello che invece vorrei facessero le donne "occidentali" è ricordarsi che donna e uomo sono cmq diversi e complementari!
Le donne facciano le donne; gli uomini si ricordino dei propri nonni!

Undine ha detto...

Non riesco a capire come un impegno per le condizioni delle donne in Occidente escluda quello per le donne in altri paesi. A mio avviso non entrano in conflitto, anzi, fanno parte della stessa, grave problematica:la questione dei diritti femminili.

Francesco, cosa significa "le donne facciano le donne"?
Esigere rispetto e uguaglianza di diritti e doveri è forse voler competere con gli uomini? Io mi accontenterei di una società fatta di persone.

Anonimo ha detto...

bravissima.

Anonimo ha detto...

Un saluto.

Anonimo ha detto...

Che cosa ne pensi allora delle quote rosa e del possibile vicepremier donna di Berlusconi?

Io personalmente penso che siano quanto di più discriminante e offensivo ci possa essere nei confronti di una donna. Mettere un numero minimo di donne in Parlamento per legge o promuovere una donna vicepremier solo perchè appartenente alla categoria "donne" e non invece per meriti sul campo penso sia davvero offensivo nei vostri confronti, non credi? Se qualcuno vale sul serio non importa se è donna o uomo. E se non vale nulla, lo stesso. Ma la meritocrazia è un ricordo lontano oramai.
Ciao

SI-FA-SI ha detto...

Forse Cilions si riferiva al fatto che molte donne tendono ad imitare pedissequamente il comportamneto maschile, forse?
E' vero che siamo diversi, senno' sai che noia;non penso intendesse metter in uno sttao di subalternita' le donne...
Cmq donne che imitano gli uomini hanno la mia piu' completa compassione: possibile che una donna sia cosi' accecata da non riuscire a portare avanti la propria personalita'? Stessi diritti sempre e comunque, ma imitazione e rassomiglianza agli uomini mai; sarebbe come rinnegarsi, no?
E quindi, quando c'e' da difendere i diritti di tutte noi,"non chiediamoci per chi suona la campana.."

SI