28.8.06

Scritto con il benestare di Alice

Ore 20:45.

Stiamo ritornando a casa da un provvidenziale (non trovo aggettivo più adatto) viaggio in Bretagna. Seduta accanto all'Anonimo Lettore sfoglio il corso di bretone appena acquistato e sto quasi per riflettere sulla questione delle minoranze linguistiche in Francia quando la scoperta del "Petit Dictionnaire des plus belles injures bretonnes" mi fa rimpiangere di non aver fatto un acquisto ardito.

Poi la sveglia.

-E il blog?- L'Anonimo Lettore la butta lì, con studiata noncuranza, ma sapendo quanto "Irriflessioni" sia stato importante per me e quanto grave sia stata (sempre per la sottoscritta) l'assenza da questo spazio.

Già, il blog.
Ci sono stati giorni in cui ho pensato seriamente di chiuderlo con un post stringato e definitivo, altri in cui sono stata tentata di cancellarlo. Basta un click, come cinguettano certi spot pubblicitari.
Sì, basta un solo click.

Nell'ultimo post scritto prima di questa lunga latitanza accennavo a un problema che richiedeva tempo e pazienza. Ho scelto di non attendere il primo e di disfarmi della seconda, di trasferirmi e cercare un nuovo lavoro, con conseguenti pellegrinaggi presso quei mercati di bestiame noti ai più come agenzie "interinali".

Dopo diverse settimane la casa c'è, mentre il lavoro (so bene di scioccare i lettori) stenta ad arrivare.
Le soddisfazioni, invece, non sono mancate.
Una donna in carriera ha esaminato il mio curriculum auspicando per me un futuro professionale brillante e proponendomi in seguito un contratto di 250 euro mensili.
Un giovane esperto di risorse umane ha vantato la solidità dell'azienda per cui lavora rivolgendosi principalmente alla mia t-shirt e un professionista giunto in ritardo all'appuntamento sul suo Cayenne ha lanciato alcuni pittoreschi anatemi sulle tombolate dell'ARCI e su quei vecchi ladri che le frequentano (lo giuro, il brav' uomo ha estratto Libero dalla sua ventiquattr'ore solo al termine del colloquio ).

A fronte di simili successi sul piano umano e della considerazione di cui godono il mio intelletto (la I è minuscola solamente a livello formale) e la mia preparazione, potevo abbandonare questa blogosfera che stupisce, stimola, fa sorridere e anche -qualche volta- parecchio incazzare? La blogosfera avrebbe certamente aprezzato una simile soluzione, ma incasserà con un sorriso indifferente.

Dunque rieccomi qui, senza l'ossessione del posting, senza il timore adolescenziale del "chissàcosapenserannoglialtrinontrovandoilblogaggiornatoossignore!", lentamente, riabituandomi a ciò che per qualche mese è stato naturale e fino a poco tempo fa deprimente e improbabile come il periodo appena trascorso.

Del resto lo dice anche un proverbio bretone:

Eur c'hoz louarn, ha ken dare Gweled eur yar c'hoaz a garre.

Una volpe testarda, per quanto vecchia sia, non può smettere di cacciare.