31.5.06

Enzo Biagi e Lady Bertram

Da brava laureanda in lingue con indirizzo linguistico-glottodidattico, non posso che amare tutto ciò che concerne il linguaggio, immergermi nella langue e aggrapparmi con forza alla parole, interessarmi all'etimologia di un termine, tentare di svelare i più subdoli trucchi di manipolazione linguistica.

Ecco perché trovo singolarmente spassose le circostanze che mi portano a tradurre in italiano comprensibile una vignetta di satira o la dichiarazione di una delle migliori firme del giornalismo italiano.

Pur essendo bolognese (dunque incline a servirsi di una S alveolare molto simile alla SC di scienza) Enzo Biagi non ha difficoltà a comunicare efficacemente nella propria lingua madre.
Questo il suo commento alla vittoria di Letty Moratti alle comunali di Milano:

Il modello del ricco e potente resiste nella città dei dané. La vittoria della Moratti è la vittoria dei padroni. E dimostra anche che la macchina elettorale funziona meglio a destra che a sinistra. Un tempo le signore si dedicavano al ricamo, la signora Letizia ha scelto la politica.

E le sciure milanesi lo hanno "zittito".
Da destra a sinistra, passando per quella che è diventata Ombretta Colli, lo sdegno è unanime: un vecchio maschilista, un uomo che non appartiene al nostro tempo, un povero ottantacinquenne e ad libitum sfumando...


Non una di queste eleganti (e si suppone) impegnate signore si è sentita offesa dalla prima parte della dichiarazione. Votare per il padrone incompetente e interessato, sfacciatamente clerofilo, ma danaroso è, a loro avviso, meno grave della passione per il ricamo.

Biagi non ha voluto emettere un giudizio negativo sul genere sessuale cui appartiene la Moratti, attaccare donne che fanno politica, ma criticare (nel merito) la ricca e borghese Letizia che si dedica a quest'attività come avrebbe fatto l'austeniana Lady Bertram di "Mansfield Park":

Era una donna che, -vestita con cura,- passava le sue giornate seduta sul divano con un lungo lavoro di cucito non utile e non bello; pensava più al suo cane che ai suoi bambini, coi quali però era indulgente, quando non gliene derivava un incomodo; (...)

Oggi diverse benestanti signore prediligono la politica per una serie di motivazioni tra le quali la sottoscritta dubita d'individuare l'unica davvero valida: rendere un servizio a TUTTI i propri concittadini. Non si spiegano altrimenti l'improvvisa guarigione del padre di Letizia Moratti, le polemiche, le scelte del neo sindaco che hanno definitivamente finito una PUBBLICA istruzione già in agonia.


E questo, a prescindere dalle esternazioni di quell'emiliano misogino e narrow minded noto col nome di Enzo Biagi, è un buon segno: significa che noi donne siamo, finalmente sulla via della parità.

25.5.06

E l'azienda censurò il blog...

La Trenkwalder è un'azienda modenese di lavoro interinale e conta, sul territorio nazionale, una cinquantina di dipendenti.
Nei giorni scorsi ha conseguito un importante risultato, quello che ogni impresa, ragionevolmente, si augura di raggiungere: far parlare di sé.

Come ci è riuscita?

All'inizio del mese di maggio la Trenkwalder ha licenziato cinque dipendenti (in esubero, secondo l'azienda). In tempi di crisi, ribatteranno i soliti individualisti capaci tutt'al più di solidarizzare col proprio animale domestico, è ormai prassi comune.

Sbagliato.
I dati in possesso della Trenkwalder, illustrati al sindacato e alla RSA nel marzo di quest'anno, prospettavano una crescita del 50% nel primo trimestre. Dati di un'azienda sana e in buone condizioni, dati talmente positivi da indurre all'apertura di nuove filiali.

Ancora: i cinque dipendenti in esubero sono stati licenziati senza preavviso e l'azienda ha accuratamente dimenticato d'informare il sindacato dei licenziamenti (come prevede la legge).

Volendo poi approfondire la questione e informarsi sul profilo dei neolicenziati, arriva qualche dato interessante e che vale la pena riportare in questa sede.

Perché non di licenziati si dovrà parlare, bensì di licenziate.
E del gruppetto di lavoratrici in esubero fanno parte -i casi della vita!- una donna incinta, una dipendente gravemente malata e una Rappresentante dei Lavoratori alla Sicurezza.
Non basta: non è solo il genere sessuale a unire questi dipendenti riottosi e piantagrane, ma anche l'iscrizione alla Filcams Cgil.

I lavoratori della Trenkwalder, alla luce del grave atto di rappresaglia antisindacale e misogina perpetrato ai danni delle cinque ex colleghe, hanno deciso di aprire un blog per far sentire la propria voce e reagire a questa palese e indifendibile iniquità (loro la definiscono "un'assemblea virtuale permanente"), ma da due giorni il blog è stato bandito e censurato dai PC dell'azienda.

Protestare democraticamente contro una ditta che licenzia per siffatte ragioni non è consentito. E il grave "torto" dei lavoratori rimasti è stato quello di render nota la vicenda a quotidiani e canali televisivi locali.

L'unico successo raggiunto dai dipendenti della Trenkwalder è il reintegro della collega incinta, ma la battaglia è ben lungi dall'esser vinta.
Resta la mia amarezza di donna e cittadina di questo Paese.
Un Paese entusiasta della scelta coraggiosa di una futura mamma, ma che fa poco per garantire il diritto alla salute, alla famiglia, al lavoro e alla sicurezza di tutte le donne, mamme e non.

23.5.06

Mediavideo di ieri intitolava:
Non si fermano gli sbarchi di clandestini a Lampedusa.





Si coglie un certo dispetto, un'indignazione malcelata da parte di chi si è occupato dei titoli delle pagine di Mediavideo.

A prescindere dal rapporto di stima che lega i giornalisti di Mediavideo ai lettori (i primi ritengono i secondi incapaci di discernimento, i secondi ammirano la professionalità alla "Studio Aperto" dei primi), il titolo stesso manca di coerenza.

A mio avviso sarebbe stato più corretto scrivere:

nonostante tutti i provvedimenti presi per contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, gli sbarchi a Lampedusa non conoscono sosta.

E invece, anziché renderci nota la situazione del Centro d'accoglienza dell'isola (1000 persone per 180 posti), si preferisce accentuare quel "Non si fermano" volutamente privo della necessaria preposizione con valore avversativo.
Di qui l'immagine di feroci individui somali, eritrei, nigeriani -i mostri che popolano il nostro immaginario retropadano- armati delle peggiori intenzioni, pronti a scollarci dalla sedia e a rubarci il telecomando durante la lettura di Mediavideo.

Nossignori, non si fermano.
Non ne vogliono sapere.


Che fare allora con questi clandestini indisponenti?
Con questi folli che pretendono di abbandonare il proprio paese per il ricco occidente e sfidano la sorte e il clima quasi estivo per attraversare in gommone (hanno persino i posti a sedere!) il Mediterraneo?

Li si butta a mare? Troppo banale.
Li s'impiega per un reality show prodotto dalla Magnolia? Share a picco.
Li si manda a cambiare i pannoloni dei senatori a vita o di Feltri (che ne parla quasi con cognizione di causa)? No, oggi nessuno fa niente per niente.
Li si accoppa (perché "uccidere" suona troppo poco brutale) per venderne gli organi? No, già visto.

Qualche stolto consiglierà di riflettere a lungo sul diritto di ogni essere umano a un'esistenza dignitosa, in special modo in un'epoca come questa caratterizzata da un' inarrestabile flusso di idee, merci e denaro... ma l'opinione dei poveri di spirito, ai più, non interessa.


Peccato per il declino dei reality show...mi sarebbe piaciuto vedere i clandestini firmare autografi da Costanzo.

19.5.06

Consulenti sentimentali: un invito a cambiare occupazione

Noi fanciulle -tradizionalmente- siamo solite parlare di questioni sentimentali, problemi sentimentali, dilemmi sentimentali, crisi sentimentali e tutto quanto attiene alla sfera sentimentale, appunto. Conciliaboli di dubbia utilità sia per la questuante (colei che necessita disperatamente di una consulenza) che per la terapeuta improvvisata.
La questuante, ottenuta la sua predica quotidiana (solitamente dopo la colazione e una pessima nottata), dirà che sì, la sua amica ha proprio ragione (Sì ! Hai proprio ragione! È così!), che ha centrato il punto (Brava! Hai centrato il punto!), per poi tornare giulivamente a sbagliare e scambiare lucciole per lanterne.
La terapeuta improvvisata (e non retribuita) dopo aver cercato di contenere il proprio nervosismo, esploderà al termine della consulenza e si domanderà ancora una volta quale sia l'insano piacere provato dalla consorella in quella disciplina sportiva chiamata caccia alla volpe. Disciplina che si distingue da quella inglese per un unico particolare: lo scambio di ruoli. Infatti la volpe, dopo essere stata acchiappata, diviene cacciatrice.

L'unica certezza ricavata da alcuni anni di esperienze sentimentali (e conseguenti fregature) è che ciascuno di noi si trova accanto la persona di cui ha bisogno in quel momento. La sola utile alla nostra evoluzione emotiva e spirituale.

Ecco perché noi fanciulle i veri uomini li si scansa per praticare la caccia alla volpe.
Gli Uomini, quelli con la U maiuscola, non rientrano nel nostro percorso di crescita personale. Siamo in posizione miseramente arretrata rispetto a loro.

Non è seccante avere a che fare con un ragazzo intelligente, sensibile, divertente, (perché no?) passionale, maturo abbastanza da rispettare i nostri spazi, le nostre amicizie,da telefonarci all'ora concordata, da starci vicino esattamente quando noi ne avremmo bisogno?
Maturo al punto da poter rischiare seriamente di dare e ricevere amore?
Senza pippe mentali, dubbi esistenziali, ex che gli hanno spezzato il cuore, traumi infantili come quella volta alle elementari quando giocava a Strega Comanda Colori e nessuno aveva indovinato il colore da lui scelto, il giallo ocra del Sahara?

Prendiamo A., venticinque anni.
Castano, occhi azzurri, brillante, romantico, sportivo, tanti interessi personali.

Le questuanti: Ha un brutto taglio di capelli.
E' troppo giocherellone, dunque poco serio.
E' un così caro ragazzo, ma...non voglio rovinare l'amicizia che c'è tra noi.


Prendiamo allora B., venticinque anni.
Biondo, elegante, brillante, romantico, sportivo, tanti interessi personali.

Le questuanti: Sarà sportivo, sì, ma è più sottile di un'acciuga.
Se lo abbraccio e gli rompo una costola?
Pesante, pesante!
Come si fa a regalare una rosa al quattordicesimo appuntamento?


E se prendessimo R.?
Venticinque anni, capelli chiari, longilineo, brillante, romantico, sportivo, tanti interessi personali.

Le questuanti: Mi fa paura.
Quando ride gli ride tutta la faccia.
Non ha muscoli.
Ha le mani piccole.

Noi questuanti (e mi ci metto anch'io, pur essendo uscita dalla categoria anni fa') gli Uomini li si stronca tout court. Meglio quelli più eccitanti, particolarmente quando l'eccitazione non è positiva e deriva dall'ansia di chi non nutre alcuna fiducia in sé e nella volpe scelta con mirabile perizia.

Due categorie beneficiano della cecità delle questuanti (che durerà fino ai trentacinque anni, quando gli Uomini saranno già impegnati): gli Uomini e le Self Made women, ragazze che hanno ricevuto utilissimi (e dolorosissimi) due di picche e non sono interessate al taglio di capelli dei propri corteggiatori.

E' qui che la terapeuta da prova della sua capacità di problem solving e, abbandonati i panni della consulente severa nei confronti del proprio sesso, si reinventa diventando una paraninfa di tutto rispetto.

Rivolgo quindi il mio invito a tutte le consulenti sentimentali loro malgrado: uscite dal circolo vizioso della telefonata fiume e dei suggerimenti inascoltati ed entrate nel promettente e redditizio mondo delle pubbliche relazioni e delle agenzie per single!
Per aprire agenzie in franchising, contattatemi all'indirizzo presente nella sidebar!


Nota: oggi avevo bisogno di leggerezza...di evadere e sorridere (spero) assieme a voi.
Chiedo scusa per la latitanza, avrete il piacere (o la sfortuna) di leggere i miei commenti molto presto.

16.5.06

La fame rende liberi? Antisemitismo o antisionismo?



Traduco per favorire la comprensione di chi ha accusato Apicella e Sansonetti di antisemitismo:


Com'è possibile che voi, vittime di quello che è stato il più grande genocidio a memoria d'uomo, siate indifferenti al dramma del popolo palestinese?
La vostra tragica esperienza dovrebbe spingervi ad affrontare questo annoso problema senza muri, razzi, fili spinati.
Qual è stato l'insegnamento ricevuto dalla Shoah?



Questa vignetta è filopalestinese, antisionista, ma NON ANTISEMITA.
Chi è ostile agli ebrei è antisemita.
Chi disapprova la politica israeliana ( e il taglio di fondi dell'UE), certamente no.
E' imbarazzante la miopia di chi, nelle comunità ebraiche, identifica la critica con l'ostilità, la perplessità con l'attacco, il dissenso con l'avversione.
Un'ostinata difficoltà d'intendimento non priva di velleità strumentalizzatrici.

Il Presidente della Camera ha dichiarato:
penso che in tempi difficili come quelli che viviamo per la convivenza tra le diverse culture e religioni, siano da evitare tutte le manifestazioni, comprese quelle satiriche, che vengono vissute come offensive dalle comunità cui si riferiscono.

Giusto non lesinare alcun mezzo pur di favorire la stima e il rispetto reciproci, ma l'errore (voluto) sta lì, davanti ai nostri occhi: non si può accostare la satira a qualsiasi altra manifestazione di pensiero. Non si può - per esempio - equiparare la t shirt di Calderoli alle vignette dello Jyllands Posten.
La prima è espressione del pensiero di un individuo, la seconda rientra in quel tipo di produzione artistico-letteraria che merita appunto la definizione di satira: genere caratterizzato dall'attenzione critica alla vita sociale, con l'intento di evidenziarne gli aspetti paradossali e schernirne le assurdità e contraddizioni etiche.

In tre mesi e mezzo non ho cambiato idea: la libertà d'espressione di un vignettista o di un autore satirico non ostacolano il dialogo, non pregiudicano né la possibilità di una soluzione alla questione palestinese né il rapporto con le comunità ebraiche. Sono intoccabili.

E' quasi inconcepibile per noi esseri umani, per il nostro ego collettivo che si nutre di fierezza nazionale, culturale, sociale e religiosa, accettare di essere osservatori e osservati, carnefici e vittime, di ridere ed esser derisi, ma la satira è uno dei mezzi che ci consente di passare, sia pure per un istante, dall'altra parte, di vederci con occhi diversi. Di rifletterci in uno specchio deformante che ingigantisce i nostri difetti e sminuisce i nostri punti di forza.
Osteggiare, impedire la satira significa attribuire a quello specchio un potere ben più terribile, che non le compete: quello di restituirci fedelmente la nostra immagine, di rifletterla in modo esatto. Col rischio di non volercisi guardare più per differire l'incontro con la parte non risolta di noi stessi: quella peggiore.

11.5.06

Post sfacciatamente pro-Napolitano. Alcune considerazioni.

Il paese è spaccato a metà...
C'è un vulnus politico...
Nessuna pregiudiziale nei confronti dei post comunisti...
Il vero problema è il metodo...



Il mio gatto è rimasto perplesso per diversi minuti, davanti al piatto di bocconcini di manzo. Mi ha lanciato uno sguardo che pareva dire: Silvia, cosa cavolo significa VULNUS?
-E' la lesione di un diritto, ma detto da Adornato non fa testo.


L'elezione di Napolitano ha compiuto il miracolo- come già era avvenuto per Marini: quello di compattare l'intera Unione, di superare il malumore di Rutelli, il nervosismo della Rosa nel pugno e il raffinato, democratico metodo V. del nostro Caldarola (uno dei diessini che se gli ricordi i trascorsi giudiziari di Andreotti da' in escandescenze e che spinge a dare in escandescenze tutti i cittadini dotati di buonsenso).

L'Unione ha ritirato la candidatura di D'Alema per convergere su quella del senatore a vita e raccogliere i voti di almeno una parte dell'opposizione. Non è quindi "questione di metodo" come tutti i leaders della Casa delle Libertà vanno dicendo, ma di marketing politico-elettorale.
Berlusconi ha rilevato con raro acume che gli elettori di Forza Italia non avrebbero capito i voti azzurri per il neoeletto Presidente della Repubblica. Ancora una volta, tra il celodurismo di Bossi e l'invito al dialogo di Casini e Fini, ha scelto la prima opzione e agitando lo spettro della dissoluzione della CdL e della sconfitta alle amministrative, li ha convinti ad attraversare i catafalchi a passo svelto. Ciò prova che non era sbagliato il metodo in sé, ma il momento politico in cui avveniva l'elezione per il nuovo inquilino al Quirinale. L'anticomunismo è un debole collante per l'opposizione, ma un efficace mezzo di propaganda elettorale e la sconfitta - dopo aver cambiato una legge voluta dal popolo italiano- brucia ancora.

Non parlerei di metodo Napolitano, né di metodo Ciampi, bensì di metodo NEGLIA, che il buon Lovejoy saprà spiegarvi meglio di me. Proverò a rendere comprensibile questo termine servendomi delle parole di Ezio Mauro nel suo editoriale di stamattina: i moderati di destra si sono mostrati ieri come sempre politicamente sterili, improduttivi, enunciatori di progetti che non riescono mai a tradurre in pratica. Fini e Casini avrebbero potuto agire da leaders di un centrodestra moderno, europeo. Avrebbero potuto rifiutare il diktat di Bossi e far valere il proprio peso all'interno della coalizione. Ciò non è stato fatto e mi rammarico che un uomo stimato pressoché universalmente sia stato eletto coi voti della sola maggioranza per meri calcoli politici.

Quest'atteggiamento arrecherà un grave danno d'immagine a Giorgio Napolitano, perché le modalità della sua elezione verranno presentate come un colpo di mano della sinistra e il suo settennato sarà all'insegna della delegittimazione mediatica da parte di alcuni settori del centrodestra.

Leggendo alcuni commenti avverto un certo fastidio nei confronti della gerontocrazia che ha visto eleggere un Capo dello Stato ottantunenne. Gli stessi commentatori si danno al divertente gioco dei SE e dei MA: se fosse stato eletto D'Alema, Amato, Monti o Dini...

Se l'Unione fosse andata avanti con la candidatura di D'Alema, il presidente dei DS sarebbe stato eletto al 20° scrutinio da una maggioranza e un'opposizione spaccate. Di norma i predecessori di Napolitano sono stati uomini di partito, con incarichi importanti, ma poco esposti. Certo non il profilo di D'Alema.
Lo stesso dicasi, in misura minore, per Amato.

Quanto a Monti, si sa -o si crede di sapere- che non avrebbe mai accettato la Presidenza della Repubblica e che, pur essendo grato a quanti l'avrebbero voluto al Quirinale, preferisce stare dove sta.

Dini avrebbe raccolto i voti di una parte del centrosinistra col mal di pancia, nonché da un centrodestra altrettanto spaccato. Per meriti e personalità avrebbe potuto giustamente ambire alla Presidenza della Repubblica. Un'occasione mancata.

Quanto all'età del neopresidente della Repubblica, ritengo che per la sua autorevolezza, per la sua inclinazione al dialogo, al confronto, per la sua non comune capacità di precorrere i tempi per quello sguardo scevro di pregiudizi con cui ha saputo guardare all'Italia e al mondo, per quella passione politica priva d'ambizioni personali, Napolitano sia ben più giovane di tante altre figure di primo piano.

Lo attende un settennato difficile. Sarà alla guida di un paese in perenne campagna elettorale, rischierà di veder ridotti i propri poteri in virtù del referendum confermativo di riforma della II parte della Costituzione (a prescindere dal risultato urgerà comunque lavorare a modifiche e adattamenti della stessa) e si troverà ad affrontare quasi certamente almeno una crisi di governo.

In bocca al lupo a quest'uomo che la sottoscritta sentirà davvero come SUO presidente, per il suo esempio, per la grande intelligenza umana e politica, per le comuni origini, per quell'espressione serena, acuta e fiduciosa che le ricorda un nonno severo, ma affettuoso.

In bocca al lupo, Presidente.

9.5.06

E qualcuno vorrebbe invadere l'Italia...

In Italia gli inviati che non lavorano per "Secondo Voi" vanno tra la gente comune per raccogliere punti di vista su temi coinvolgenti e problemi ineludibili: come perdonare un tradimento coniugale, ad esempio.

Negli Stati Uniti no.
Il 2 aprile un giornalista della CNN decide di andare per le strade a chiedere ai bravi cittadini americani la loro opinione sulla lotta al terrorismo e, per la precisione, quale paese dovrebbe essere invaso dagli USA.

Il risultato?
Probabilmente il mondo intero avrebbe bisogno di una risposta americana, forte e chiara, a quest'inquietante interrogativo: si può perdonare un tradimento?

Il servizio della CNN.

8.5.06

Andorra e la tutela della salute pubblica

L'AMP (Asociación de Médicos Progresistas) e il sindacato UGT hanno denunciato la discriminazione subita dai gay nel piccolo stato dei Pirenei. Pare infatti che sia stata impedita la donazione di sangue agli omosessuali per tutelare l'interesse generale.
I precedenti di questo tipo sono numerosi: con l'aumento dei casi di Aids diversi governi avevano preso misure simili nei confronti degli omosessuali (nei primi anni il virus dell'Hiv era quasi una "prerogativa" di chi aveva rapporti con individui del proprio sesso), ma negli anni successivi l'infezione è diffusa soprattutto tra eterosessuali e gli esecutivi di diversi paesi hanno deciso di proibire la donazione di sangue soltanto a coloro che hanno avuto comportamenti "a rischio".

Il Principato di Andorra non è nuovo a provvedimenti impopolari come questo, avendo già negato, negli anni precedenti, il permesso ai lavoratori sieropositivi. Ora questa nuova discriminazione, giustificata così dal capo del governo Albert Pintat: i diritti di chi riceve una trasfusione hanno la precedenza.

Motivazione che non ha convinto l'A.M.P. e l'UGT: denunceranno il caso all'Organizzazione Internazionale del lavoro e al Tribunale dei Diritti Umani di Strasburgo.

Un passo avanti, due indietro.
E nuove vittime della cecità istituzionalizzata.

Fonte: El País.

4.5.06

Seguo solo le tendenze che mi piacciono


Quattro blogstars davvero speciali l'hanno fatto e finalmente mi appresto a seguire il loro esempio.
Questa, più o meno, sarei io. Divertitevi e reinventatevi (perché qui non c'è ciccia, i modelli sono perfetti...antipaticamente senza difetti).


Volete farlo anche voi?
Cliccate qui.

Un invito alla strumentalizzazione

Vergognoso.
Non si può definire altrimenti il comportamento di Vasco Errani e Alfonso Pecoraro Scanio ai funerali dei caduti di Nassiriya (quantomeno in un momento della funzione).
Entrambi si sono recati alla cerimonia funebre come servitori dello Stato e avrebbero dovuto rispettare quei morti, le loro famiglie, il Luogo in cui si trovavano.
Non è stato fatto e accolgo con dispiacere la dichiarazione del leader dei Verdi che afferma di non avere nulla di cui scusarsi, mentre Errani (che sono fiera d'aver contribuito ad eleggere) accusa le testate di centrodestra di aver fatto una mera campagna denigratoria.
Verissimo, ma se la sinistra soffre di questo complesso di superiorità lo dimostri, senza cedimento, in tutte le occasioni e le circostanze che lo richiedono.
Oltre alla gravità del gesto in sé, è davvero imperdonabile fornire materiale a persone la cui pochezza morale è ben nota.

Un'annotazione di sfuggita: Fini che si scioglie in lacrime davanti alle salme ( a coloro che ha mandato a morire) è davvero migliore di Errani e Pecoraro?

2.5.06

E lui... - L'amore non basta mai

La videoteca non è soltanto un esercizio in cui noleggiare e acquistare DVD e videcassette, ma anche il terreno neutrale su cui s'affrontano due distinte volontà.
Lì due avversari si esaminano, lì si valutano i rapporti di forza prima che la lotta abbia inizio.
Lì emergono egoismi e avidità, lì si verificherà lo scontro il cui esito condizionerà i giorni a venire.
Lì, insomma, due persone si confronteranno con sé stesse e con la propria sete di potere:
una coppia, intenta al noleggio di un DVD.

Hanno deciso di trascorrere in modo diverso la serata, di vedere un film nell'intimità che solo il focolare domestico può offrire.
Ogni copertina rimanda loro un'immagine di sé che possono accettare o respingere, ma specchiandosi in due, capirete, la questione si fa ben più complessa di quanto sembri a tutta prima.

La passione per il nero e il rosso di lui, ad esempio.
Attirato istintivamente da copertine che evocano sangue, morte, distruzione e caos, eccolo indicare l'ennesimo film horror alla sua ragazza: "Che ne dici?"

Lei gli risponde con uno sguardo più malinconico delle modelle di Burne Jones:
"Dobbiamo proprio? Stasera sono giù di morale, ho bisogno di qualcosa di allegro."
E ciò è incontestabile, così come il diritto di lei a procurarsi un po' di buonumore. Lui sta per obiettare che proprio sangue, morte, distruzione e caos lo divertono ma, per amore di lei, tace.

Un sorridente Johnny Depp l'invita dalla colorata copertina de "La Fabbrica del Cioccolato" In fondo, si dice lui, questo dovrebbe andarle bene...

-No!- risponde lei con calore, a voce bassa.

Lui non è disposto a farle un'altra concessione senza resistere: "Perché?"
-Detesto Johnny Depp. E' bravo, certo, ma non lo reggo. Non mi piacciono nemmeno i ruoli che interpreta, basta con questo maledettismo del cavolo!
-Ma il film è stato molto apprezzato! La regia poi... è il remake di...
-Sì, lo so. Ecco, l'originale è meglio.
-Non l'ho visto, forse non ricordo...
-Fidati, non c'è confronto. Dai tesoro, scegliamo un film insieme! Lo sai che a me va bene tutto!

E lui, che vorrebbe davvero saperlo, dirotta l'attenzione di lei su un altro titolo, "Lemony Snicket".
-Sì? Scusa, non ti ho sentito. Ah... QUELLO?

Svoltano a sinistra, per vedere un altro scaffale e qui lei si fa cogliere dall'entusiasmo.
-"La storia del cammello che piange"! E "Genesis"! Mi piacerebbe vederli.

Lui tace. Cammelli e documentari non fanno per lui, stasera.
I due si ritrovano a sognare davanti al "Live at Pompeii" dei Pink Floyd, poi scuotono il capo: magari un'altra volta.

Improvvisamente il volto di lei si trasforma, gli occhi scuri di lei (quegli occhioni che lui vorrebbe sempre veder brillare e che lei ritiene soltanto troppo espressivi) s'illuminano.
-"Crimen perfecto"!
-Eh!?
-Ma sì! Leggi, dalla trama pare interessante!

E lui si rassegna alla lettura di ciò che avrebbe volentieri ignorato.
-- bofonchia- hai ragione.

Lei si ferma. I due si scambiano un lungo sguardo.
In silenzio.

E' il segnale.
Ora ciascuno dei due tenterà il tutto per tutto, occorre essere furbi e più veloci dell'avversario, un istante e potrebbe essere troppo tardi.
L'adrenalina non sale: era già salita dall'entrata nel videonoleggio.
Chi vincerà?

-Scegli tu.- l'anticipa lui, la prima mossa è sua.
-Dai, scegli tu, piccolo! Lo sai che in fondo a me va bene tutto.

Perché lasciargli la scelta?
Per dargli la possibilità di decidere autonomamente, di agire in libertà.
Per dargli l'occasione di sbagliare. Di optare per il titolo che lei rifiuta e che lui sa che lei rifiuta. E se insisterà proprio su ciò che LEI detesta, saranno sbadigli, sospiri, musi lunghi e una lunga, muta ma tenace protesta che può essere sintetizzata dalla frase: Questo film non mi è piaciuto. Sapevo che non mi sarebbe piaciuto.

E lui, che attende impaziente il giorno in cui la sua ragazza la farà finita con le commedie, i "mattoni" (pellicole che richiamano in sala un pubblico non superiore alle dieci unità per ragioni diverse dalla qualità artistica), i cammelli e le iguane delle Galapagos, sceglie l'amore.
La sconfitta e l'amore.

-Prendiamo questo- fa lui, asciutto, indicando "Crimen perfecto".
-Bene!-si complimenta lei- vedrai che ci piacerà!


NdA: l'Anonimo Lettore è in grado di confermare che "Crimen Perfecto" ci è piaciuto così tanto da consigliarlo caldamente a chi ancora non l'avesse visto.
VERO, Anonimo Lettore?