30.11.05

Le mie venti regole per essere una perfetta PSS


Sei una studentessa mantenuta dai genitori e ti cade lo sguardo su 'Le mie venti regole per essere una perfetta ereditiera' di Paris Hilton, quel biondissimo nulla parlante che gira per il mondo e di cui si occupano i giornali (grazie a Rupert Murdoch e ai suoi pennivendoli).
Tu invece devi laurearti, te la cavi con dei lavori saltuari, ti senti dire dagli amici che 'durante il giorno non fai niente perche' studiare non e' un lavoro'.
Bene. Innanzitutto ti consiglio di cambiare amici, e alla svelta.

In secondo luogo ti raccomando di seguire i miei suggerimenti per creare e perfezionare la moda che i trendsetters non hanno ancora captato: il PSS (povera studentessa squattrinata) life style.

Una PSS come te, finanziariamente dipendente dai genitori, ma munita di dignita' propria, ha concepito qualcosa di tremendamente FASHION: il potenziamento e il perfezionamento delle tue caratteristiche finanziarie e personali.
Non solo, per sottolineare le proprie abilita' di promotrice di se (te) stessa, la prima PSS ha deciso d'inaugurare la rubrica di suggerimenti sul suo blog, confrontando le regole di vita della Hilton con quelle che dovranno essere le tue.
Una volta laureata, incoraggiata da altri precari come te, capirai di aver fatto bene ad ascoltarla.

Perche' il genio e' una perfetta sintesi di ragione e sentimento, ma l'autrice PSS non lo e': fa di necessita' virtu'. Assimila quest'insegnamento e mettilo in pratica.


Seconda regola di Paris: scegliti un gran nome


Secondo le ricerche condotte nel campo dell'onomastica, sappiamo che i diversi nomi femminili italiani vanno ricondotti principalmente a tre filoni.

Il primo, quello affettivo-tradizionale.
Nome della nonna, della zia, dei santi patroni. Nomi insomma, che ben figurano in un calendario. E solo li. Nomi per cui ti hanno sfottuta al nido, all'asilo, alle elementari e alle medie.

Alcun esempi: Assunta, Concetta, Diletta, Gerardina, Immacolata, Libera, Liberatrice, Paolina, Rosetta, Rosalia, Rosaria (tutte persone di mia conoscenza).
Consolati, dopo di te nessuna ricevera' in dote un nome altrettanto leggiadro.
La ragione? Il ricambio generazionale e il progressivo aumento di buon gusto nella scelta dei nomi.

Il secondo, quello eufonico-anaffettivo.
Quei nomi perfetti, che suonano bene e non fanno vergognare alcuna bambina, ma finiscono per essere piu' sbiaditi della cacca secca.

E al nido, all'asilo, alle elementari, alle medie, gli insegnanti faticano a distinguervi, perche' siete almeno in quattro ad avercelo, quel nome. E cio' conferisce un certo fascino alla vostra personalita', non trovate?

Esempi: Alessandra, Alessia, Annalisa, Daniela, Elena, Elisa, Federica, Francesca, Laura, Silvia, Valentina.

Per te, PSS, niente da fare.
Sono nomi dolci e perbene, anche se meno espressivi di una mattonella da bagno.
Vuoi sentirti meglio? Leggi del terzo filone.

L'ultimo e' quello del boom televisivo-cinematografico americano nel nostro Paese.
Lo sappiamo tutte.
Timide fanciulle dagli occhioni azzurri vivono con nomi che non si adattano alla propria persona.

Esempi: Deborah, Debora, Debby, Jenny, Genny, Jennifer, Gennifer (!?),Guenda, Luana, Mary, Mariah, Nancy, Samantha, Susan (tutte persone di mia conoscenza).

Cosa fare?

Ricordate: minimalismo.
Vi sono toccati in sorte nomi la cui eleganza e' superata soltanto da un asciugamano leopardato di Roberto Cavalli?
Allora rimediate e puntate sulla monosillaba: Deb, Jes, Sam, Lu (Guenda si tenga il nome originale, grazie).

Abbiate presente che l'autrice PSS non e' particolarmente severa su questo punto.
Se il nome e' anonimo, la PSS lo renda bello con le proprie idee, le proprie emozioni, i propri gesti.
Se e' osceno e remoto, o nuovo e risibilmente tamarro, sapra' a chi dar la colpa delle scene imbarazzanti che si svolgono quando si fanno nuove conoscenze.
E viva rendendolo meraviglioso, quel nome.

E, stranamente d'accordo con Paris su questo punto, vi sollecita a rifarvi coi vostri animali domestici: liberta' di scelta.
L'autrice PSS ha chiamato i suoi gatti Romeo, Principessa, Barcolino e Poldino. Loro non sono in grado di distinguere tra eufonia e cacofonia e seguitano ad amare la padrona.

Grazie a Pib per l'immagine

29.11.05

Questo e' un lungo, lungo post...

Padre Anthanase Seromba, appartenente al clero cattolico hutu di Ruanda e Burundi, viene nominato nei primi anni '90 curato della parrocchia di Nyange (Kibungo).

Nell'aprile del '94 accoglie 2000 tutsi in fuga e li fa rifugiare in chiesa. Poi fa sprangare porte e finestre e consegna i rifugiati alle milizie hutu, autorizzandole a prendere a cannonate l'edificio. I superstiti vengono finiti a colpi di machete e pare che lo stesso Seromba abbia partecipato al mattatoio.

In seguito i tutsi tornano al potere e si decide di fare i conti col passato istituendo il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda. Diversi accusati di genocidio sono arrestati e processati, ma Padre Seromba scompare.

Carla Del Ponte, Procuratore Capo per il Tribunale ruandese emette un mandato di cattura, ma non ci sono tracce dell'accusato.

Nel 1997 viene nominato, nella chiesa di S. Martino a Montughi, un nuovo viceparroco. I fedeli, inizialmente incerti sulla scelta di un sacerdote di colore, imparano a conoscerlo ed apprezzarlo. Il viceparroco si chiama don Atanasio Sumba Bura e la diocesi fiorentina ha dimostrato una particolare preoccupazione per l'integrazione del religioso nella comunita'.

Due anni dopo l'associazione African Rights arriva alla parrocchia di S. Martino. Il nome di quel curato, troppo simile a quello di un ricercato accusato di genocidio, li induce a indagare, prendere informazioni, scattare foto. L'associazione riconosce in quel religioso proprio Anthanase Seromba, ma la stampa italiana non se ne occupa e la notizia si diffonde grazie all'inchiesta condotta dal Sunday Times.

Don Atanasio convoca una conferenza stampa in cui nega di essere Seromba e chiede ai giornalisti giunti li per intervistarlo di non scattare fotografie.
Nel frattempo giungono messaggi di solidarieta' da numerosi appartenenti al clero italiano, un chiaro segnale per la magistratura italiana, che viene invitata a non occuparsi del religioso ruandese.

In seguito don Atanasio viene trasferito nella parrocchia di S. Mauro a Signa e, passato l'interesse mediatico, svanisce. Solo dopo un certo periodo di tempo si viene a sapere dove ha trascorso i mesi di latitanza: a Firenze, nella sede arcivescovile, che e' sotto autorita' vaticana, quindi extraterritoriale.

Nell'agosto del 2001, esce un comunicato:

don Athanase Seromba non e' 'fuggito', come hanno scritto alcuni giornali: e' tuttora ospite dell'arcidiocesi di Firenze e ribadisce di essere pronto a rispondere di fronte alla legge per tutte le accuse che lo riguardano

dichiara il portavoce della Curia fiorentina, Riccardo Bigi.

Il rifugio offerto dall'arcidiocesi ha avuto strane conseguenze: don Atanasio Sumba Bura viene ora chiamato con quel nome che aveva perfino negato di conoscere.

Bigi sottolinea inoltre come Seromba non abbia ricevuto fino ad allora alcun atto ufficiale d'accusa. Il portavoce si permette di dubitare della qualita' dell'informazione ruandese e dell'imparzialita' dell'associazione African Rights.

Non spiega invece come mai un prete accusato (e non condannato) di genocidio possa essere nominato viceparroco di due parrocchie e trascorrere gli anni di latitanza in sede arcivescovile. Questo nonostante le lettere delle vittime al Papa, delle ricerche dell'Interpol e delle autorita' del Tribunale.

Finche' Silvio non scende in campo.
Non ci credete?
Continuate a leggere!

Il 12 luglio 2001 la Del Ponte, non solo procuratore generale dei tribunali internazionali per i crimini nel Kosovo e in Ruanda, ma anche collaboratrice di Falcone nelle indagini italiane su mafia e corruzione che hanno coinvolto anche l'attuale Presidente del Consiglio, riemette l'ordine di cattura internazionale per quattro ruandesi accusati di genocidio, tra cui Anthanase Seromba.

Gli altri tre latitanti (che si trovavano in Olanda, Belgio e Svizzera) sono consegnati alle autorita' competenti. L'Italia, invece, non esegue l'ordine, violando la risoluzione 955 dell'Onu. Ma il ministro di Grazia e Giustizia afferma che l'estradizione e' impraticabile, non essendo mai state approvate le leggi di ratifica.

L'inviato svizzero della Procura speciale ricorda allora ad un funzionario del ministero che e' sufficiente un decreto legge.
Il funzionario volpino risponde: "Sa, per un decreto ci vuole tempo, occorre vagliare, vedere. L'ex Jugoslavia e' alle porte di Roma. Il Ruanda e' migliaia di chilometri lontano".

Alla luce di questa dichiarazione la Del Ponte chiede invano un incontro immediato con il premier Berlusconi. Critiche dalle Nazioni Unite, niente piu'.

Il Vaticano inizia a trattate con il Tribunale e le autorita' ruandesi.
A Seromba si garantisce che:

  • non verra' trasferito in un carcere ruandese o imprigionato con altri hutu in Congo, Uganda e Burundi

  • non verra' condannato a morte

  • ricevera' un trattamento di riguardo

Vittoria vaticana: la trattativa per la consegna verra' condotta esclusivamente dalla Santa Sede, lo stato italiano non avra' voce in capitolo.

Seromba si consegna al Tribunale, in Tanzania, il 6 febbraio 2002.
Il 2 agosto 2002 il parlamento italiano approva la legge sull'estradizione dei perseguiti dal Tribunale internazionale.

Il successo del Vaticano e' percio' degno di nota: un suo protetto e' sfuggito alla giustizia italiana. I documenti non sono stati sequestrati, le parrocchie e gli archivi non sono stati perquisiti, eventuali complici e fiancheggiatori non vengono incriminati.

Il governo italiano, dal canto suo, ha un bottino di tutto rispetto: ha permesso e favorito la latitanza di un ricercato dal Tribunale Internazionale per ben DUE anni.

Il processo per genocidio in Tanzania, intanto, si sta svolgendo regolarmente.
Con qualche anno di ritardo, a voler esser pignoli, ma regolarmente, si.

Fonte:
Democrazia e legalita'


Vi segnalo anche il sito del comitato di sostegno a
Anthanase Seromba

28.11.05

Tutto comincia con una domanda, una di quelle che si fa quando non si ha nulla da dire, quando lo si ha e non si sa come dirlo, quando si vuole parlare senza dire niente:

Cosa fai per Capodanno?

Allora si risponde con aria indifferente di non avere programmi e ci si lancia in dichiarazioni finto-anticonformiste (ma, in quel momento, realmente sentite): in fondo cosa c'e' da festeggiare? E' solo una ricorrenza, solo un calendario nuovo da appendere al muro, solo un obbligo, solo una festivita' sfruttata dal marketing, e' ora di ribellarsi al sistema che pretende di scegliere per noi le occasioni di svago e divertimento, eccetera eccetera.

Poi si resta soli e si riflette.
Si realizza che quelli saranno gli unici giorni a disposizione per andar via e inizia la maratona cervellotica.

La conseguenza?
Improvvisamente il bisogno di 'avere un programma' diventa primario non soltanto per la coalizione del centrosinistra, ma anche per se stessi.

LEI: Senti... cosa ti piacerebbe fare per Capodanno?
LUI: Non ci ho ancora pensato, ma e' solo una ricorrenza, un calendario da appendere al muro, un obbligo, una festivita' sfruttata dal marketing, dovremmo ribellarci al sistema che pretende di scegliere per noi le occasioni di svago e divertimento...
LEI: Ci hai pensato o no?
LUI: Mi basta trascorrerlo insieme, lo sai.

E quella tenera risposta, che in altre circostanze meriterebbe un altrettanto tenero abbraccio, suona come un'autorizzazione a procedere.
E' l'input che le mancava, il segnale di partenza per una nuova, affascinante e dolorosa maratona cervellotica.

LEI: Allora ci pensero' io. Tu sei troppo occupato, mi faro' venire qualche idea.

There's no way back/Attenti, oh uomini, attenti quando date risposte del genere!

Il giorno seguente

LEI: Dove ti piacerebbe andare?
LUI: Non so, al massimo possiamo andar via per una settimana. Non lontano, pero'.
LEI: Bene, allora.

Due giorni dopo

LEI: Detesto il freddo, detesto l'inverno. Che peccato dover andar via in questa stagione!
LUI: Ma per me possiamo anche stare a casa, lo sai.
LEI: Stai scherzando?

Tre giorni dopo

LEI: C'e' un appartamento a Cannes. Potremo prenderlo in affitto per una settimana, che ne dici?
LUI: Perche' no?
LEI: Mi fa piacere. Meglio che andare in albergo!
LUI: Possiamo informarci, allora!

Quattro giorni dopo

LEI: C'e' un delizioso appartamento sul lago di Bled, sai?
LUI: Ma tu detesti il freddo!
LEI: Pero' sarebbe romantico stare abbracciati in mezzo alla neve.
LUI: L'inverno e la neve mi piacciono, ma tu? Sei sicura?
LEI: S'intende che lo sono!

Cinque giorni dopo

LEI: Avevo pensato al centro Italia. Ho visto buona parte della Toscana, ma dell'Umbria conosco poco. Spoleto? Puo' andare?
LUI: Si, certo! Secondo me ti piacerebbe.
LEI: L'hai visitata spesso?
LUI: Si, ci sono stato con...
LEI: NO! Voglio un luogo da scoprire e conoscere insieme! No e no!

Sesto giorno

LUI: Ci sono novita'?
LEI: No. Sto cercando un appartamento vicino a Orvieto. E' pur sempre in Umbria e tu quella zona non la conosci ancora, O SBAGLIO?
LUI: Non appena abbiamo tempo ci mettiamo a cercare insieme su Internet le offerte, tranquilla.
LEI: Si, tanto mi basta trascorrerlo insieme, il Capodanno.


Per quella fratellanza che dovrebbe unire tutti gli individui, invito i lettori a ignorare l'evidente falsita' proferita dalla maratoneta di cui stiamo parlando.

Sette giorni dopo

LEI: Ci sono, me lo sento.
LUI: Hai preso una decisione definitiva?
LEI: Si. Andiamo a Salisburgo.
LUI: Ma hai un'idea del freddo che fara'? Tu che tremi anche quando il riscaldamento e' al massimo?
LEI: L'ho vista per poche ore qualche anno fa', all'incirca nello stesso periodo. Sono preparata.
LUI: E' una citta' che conosci gia' ! Non e' piu' un problema per te?
LEI: Oh no! Ho trovato posto. Una doppia in un paese vicino a Salisburgo, che' in citta' sono al completo.
LUI: Ma tu volevi andare in appartamento!
LEI: Vabbe', ho cambiato idea.

Ogni riferimento e' puramente volontario, ma l'autrice del blog nega con veemenza di conoscere la coppia in questione.
L'autrice del blog, inoltre, ci tiene a ringraziare l'universo maschile per la non comune capacita' di sopportazione dimostrata nei confronti dell'occasionale mancanza di razionalita' di quello femminile.

26.11.05

Prima d'iniziare desidero porgere le mie scuse a chi si sentira' urtato o ferito dalla bestemmia contenuta in questo post. L'ho inserita (pur censurandola) per sottolineare il contrasto tra fede vissuta e dichiarata.




Noi siamo quelli scontenti.

Quelli che si lamentano del carovita e spalancano il becco come polli innanzi all'ennesima pubblicita'.


Ci piace dire che i politici sono dei ladri e per conferire maggiore autorevolezza alla nostra opinione sentenziamo con fierezza 'Ormai e' tutto uno schifo'.

Ci teniamo le nostre certezze ben strette.

I Rom, ad esempio, sono fastidiosi e non possono inserirsi perche' 'non hanno voglia di lavorare'.

Nemmeno i musulmani sono tanto attivi e poi, vogliamo parlare di come vive male un cattolico praticante nei loro paesi, D** cane?

I negri fanno del loro meglio.
Poveracci lavorano, s'impegnano tanto... sono solo un po' troppo negri, ecco.
Per carita', non abbiamo niente contro di loro, ma in famiglia non li vorremmo.
Eh, sono culture diverse.

E i cinesi, quanto ci stanno sul gozzo?
Ci fregano il lavoro...
E quando muoiono, dove vanno?
Li seppelliscono?
Giusto per sapere, al cinese ci siamo stati ieri sera...

I gay, vabbe', sono contronatura, ma ciascuno vive a modo proprio, ormai.
Non siamo mica omofobici, noi, pensate che abbiamo dei fantastici amici omosessuali, intelligenti e taaanto sensibili! Che persone eccezionali!
Pero', insomma, se nostro figlio fosse omosessuale non la prenderemmo cosi bene.

Non ci sentiamo sicuri.
Quanta criminalita' che c'e' in giro, non si puo' piu' star tranquilli nemmeno in campagna!

Siamo nervosi e irritati, lagnosi e insoddisfatti.
Talmente scontenti che, quando torniamo a casa dal lavoro e vediamo una ragazza invocare disperatamente il nostro aiuto, noi ce ne fottiamo.

E' che la nostra indignazione per la piaga dei lavavetri ai semafori ci riempie tutti.
Fortuna che ci ha pensato Cofferati.

25.11.05

L'ago nel pagliaio

Carla Del Ponte, procuratrice generale del Tribunale Penale Internazionale dell'Aia, ha lamentato per l'ennesima volta la scarsa volonta' vaticana di collaborare alla cattura del generale latitante Ante Gotovina, in una lettera inviata ieri allo Stato Vaticano.
Si suppone infatti che il generale sia nascosto in un monastero francescano in Croazia.

Il Segretario di Stato del Vaticano, l'arcivescovo Giovanni Lajolo, aveva gia' negato qualsiasi appoggio durante il colloquio con la Del Ponte, avvenuto lo scorso luglio.
La motivazione: il Vaticano non e' uno stato nazionale, dunque non e' tenuto ad aiutare le Nazioni Unite a perseguire criminali di guerra.

Lo stesso Stato Vaticano nega di essere in possesso d'informazioni sul generale Gotovina, ma la Del Ponte si permette di esprimere dubbi su questo punto:

Dicono di non avere informazioni, ma non ci credo. Credo che la Chiesa cattolica abbia una tra le piu' avanzate reti d'informazione e d'intelligence.

Gotovina e' accusato d'aver organizzato l'uccisione di 150 serbi, nonche' della deportazione di altri 150000.

Il Vaticano ha replicato di non aver ricevuto indizi precisi sulla protezione offerta a Gotovina. L'assenza di tali indizi non consente allo Stato Pontificio di entrare in contatto con le autorita' ecclesiastiche competenti.

Insomma: pare che i monasteri francescani in quel enorme stato-continente che tutti chiamiamo Croazia siano proprio tanti.

24.11.05






Questo post e' stato scritto ascoltando il secondo movimento della Sinfonia n. 9 di Beethoven, brano veramente rock.

Mi sono messa davanti al PC con l'intenzione di segnalare ai volontari del movimento Scienza e Vita luoghi in cui il loro operato sarebbe ancor piu' auspicabile che in consultorio.

Poi e' arrivato Beethoven e ho smarrito quel po' di pudore che mi rimaneva.
Percio' ai volontari di Scienza e Vita mi dedichero' un'altra volta.
E' una promessa.

Vi e' mai capitato di affrontare un periodo oggettivamente difficile? Certamente si.
Vi e' accaduto di eliminare in modo temporaneo i ricordi, di allontanare da voi il pensiero del futuro per vivere dignitosamente il vostro attuale dolore?

Come se ogni giorno portasse una distinta battaglia, con la guerra di la' da venire?

La mia e' un'esperienza di vita assai limitata, ma fino all'anno scorso vivevo con un piede nel futuro, ansiosa di capire e giocare. E i giorni difficili, i fraintendimenti, le piccole ingiustizie subite, sembravano le tessere di un piano malvagio, che mirava principalmente a ferirmi, a mettermi in difficolta'.

E ora, durante un anno che qualsiasi persona sana di mente considererebbe horribilis, io non riesco nemmeno a volgere indietro lo sguardo.

L'ho scoperto chiacchierando con una vecchia amica.
Te la meriti, questa felicita'!- ha esclamato -questo e' stato un anno terribile per te!

E mentre la parte cosciente di me stessa si stupiva ('E' davvero cosi?'), l'altra ha benedetto la plasticita' mentale acquisita durante gli anni, quella prontezza nel volgersi dal bene al male che s'impara a forza di testate contro il muro ( o di botte nei denti, fate voi).

Cosa volevo dirvi, oggi, con questo post?

Che fuori nevica, che pur odiando l'inverno la neve non mi da fastidio, che l'anonimo lettore mi ringrazia di essere cosi Silvia. Che sono felice.

23.11.05

Sst!!! E' il momento delle favole!



C'era una volta una ragazza di nome Rosa.
Era bella e cercava l'amore, trovandolo ben presto nella persona di Luigi, un impiegato bancario intelligente e dal buon carattere.

La coppia ebbe tre figli e chiamo' Paolo il maschietto piu' piccolo.
Paolo crebbe e raddoppio' il fatturato della sua azienda nel giro di sei mesi, incassando 141 milioni di euro.
Il figlio della signora Rosa possedeva, infatti, ben il 51 % di quell'azienda.
L'azienda si chiamava Solaris.com.
La Solaris.com distribuiva in Italia una graziosa scatoletta, l'Armstrad Mhp.
L'Armastrad Mhp era un decoder.
I decoder si acquistavano grazie ai contributi statali.
I decoder consentivano il funzionamento del digitale terrestre.
Il digitale terrestre era previsto dalla legge Gasparri.
Gasparri era un ministro del governo Berlusconi e la narratrice si domanda spesso se, di notte, si toccava.
Silvio Berlusconi era il Presidente del consiglio.
Anche la signora Rosa aveva un figlio che si chiamava Silvio Berlusconi.
Il maschietto piu' grande.

Superfluo aggiungere che vissero tutti felici e contenti.

NB: la narratrice, invece, e' figlia unica.

22.11.05

Le mie venti regole per essere una perfetta PSS


Sei una studentessa mantenuta dai genitori e ti cade lo sguardo su 'Le mie venti regole per essere una perfetta ereditiera' di Paris Hilton, quel biondissimo nulla parlante che gira per il mondo e di cui si occupano i giornali (grazie a Rupert Murdoch e ai suoi pennivendoli).
Tu invece devi laurearti, te la cavi con dei lavori saltuari, ti senti dire dagli amici che 'durante il giorno non fai niente perche' studiare non e' un lavoro'.
Bene. Innanzitutto ti consiglio di cambiare amici, e alla svelta.

In secondo luogo ti raccomando di seguire i miei suggerimenti per creare e perfezionare la moda che i trendsetters non hanno ancora captato: il PSS (povera studentessa squattrinata) life style.

Una PSS come te, finanziariamente dipendente dai genitori, ma munita di dignita' propria, ha concepito qualcosa di tremendamente FASHION: il potenziamento e il perfezionamento delle tue caratteristiche finanziarie e personali.
Non solo, per sottolineare le proprie abilita' di promotrice di se (te) stessa, la prima PSS ha deciso d'inaugurare la rubrica di suggerimenti sul suo blog, confrontando le regole di vita della Hilton con quelle che dovranno essere le tue.
Una volta laureata, incoraggiata da altri precari come te, capirai di aver fatto bene ad ascoltarla.

Perche' il genio e' una perfetta sintesi di ragione e sentimento, ma l'autrice PSS non lo e': fa di necessita' virtu'. Assimila quest'insegnamento e mettilo in pratica.





Prima regola di Paris: nasci nella famiglia giusta.

E a te, mia PSS dallo sguardo bovino, non e' stata data questa possibilita'.
Cosa fare?
Non cambiare cognome, il tuo e' talmente sconosciuto da non dare fastidio a nessuno. Tu, in quanto PSS, puoi spiccare il volo, compiere il salto, insomma: fare l'affare.

Tutti noi siamo particolarmente inclinati per qualcosa.

La PSS si dedica anima e corpo al perfezionamento della dote ricevuta da Madre Natura, ne fa il suo punto di forza e lo rende inattaccabile.

Potrai diventare la fondatrice di una dinastia di produttori di lacci per scarpe o inventare un tappetino che pratica massaggi ayurvedici al mouse.
Sii schiava (in termini di dedizione) e padrona (in termini di competenza) della tua attitudine per, che ne so, le lapidi tombali dell'Ottocento.

Se sei una mediocre PSS (e te lo dico IO, ne esistono), il tuo compito e' dedicarti alla conquista del buon partito.
Femminismo?
Attivita' neuronale?
Non sono piu' cool.

Diverse tue amiche vanno nei locali dove c'e' 'bella gente', quelle stesse amiche che tu disprezzavi tanto. Ora fai un passo indietro e segui il loro esempio.

Una dritta: quelli che indossano capi firmati 'Baci e abbracci', non filarteli.
Perche' ... chi predilige marche cafone potra' mai interessarsi a una vera PSS come te?

Grazie a Pib per l'immagine

21.11.05

Fammi entrare, lui rispose di no.

Il tempo di connettermi, lasciare qualche commento, controllare la posta e cado nel vuoto.

Disconnessa di brutto.

Sara' l'efficienza di Alice, mi dico.
Ma il problema si ripete, non riesco a connettermi.

Installo il vecchio modem: idem.

Allora prendo il telefono per chiamare il 187.

Ecco il dramma.
E' peggio, va oltre ogni mia piu' lugubre aspettativa: non ho linea.

Sono isolata.
Sola.

Ragazzi, immaginate questa povera fanciulla indecisa se dire una parolaccia in spagnolo o in portoghese.
Incerta se bersi una bottiglia di Grasparossa a colazione o darsi all'alcol 'peso'.

Immaginatela sola, in una casa di campagna, col gatto malato, senza telefono, depressa, abbrutita dalle ingiustizie della tecnologia, lei che soltanto la sera prima aveva folleggiato ballando salsa e bachata (e il contrasto tra la bellezza dei tempi andati e lo squallore del presente le toglie il respiro).



Cosi la cara e lievemente alterata Silvietta prende tra le candide mani il telefonino per comporre, con le affusolate dita, il 187.

-Telecom Italia, buongiorno, sono Ermenegildo, in cosa posso esserle utile?
-Buongiorno ho un problema con la linea telefonica.
-Un attimo!

Qualche minuto dopo.

-Il suo numero e' 059******?
-Si.
-Un attimo.

Ne approfitto per rifarmi le sopracciglia.

-Pronto?
-SI!
-Il numero e' intestato a M. R, in via S. B. n. 17?
-Si.
-Un attimo.
-Prego, tanto le rughe devono ancora arrivare.
-Eh?
-Niente, parlavo col gatto.
-Ah.

Intanto mi guardo intorno.
Il pacchetto di M. Lights e' li, sul ripiano del mobile. Tentatore, persuasivo.
Sarebbe il momento ideale per una sigaretta, per un sigaro e, perche' no? Anche la pipa. Raffaele Morelli dice che i nostri neuroni muoiono, quando non vengono stimolati da qualcosa di nuovo.

E penso alla sfiga che ho.
E mi dico che fino a quando avevo il caro vecchio modem da 56 k tutto andava bene, la vita sorrideva, si correva come fanciulli per i prati.
I grandi prati dell'amore.
E poi si, realizzo di non essere sfigata, ma una sfigata, con il dovuto articolo indeterminativo femminile singolare davanti.

Questa e' la Maledizione di Alice. Mica cavolate, ma roba di cui dovrebbe occuparsi Voyager.

-Pronto?
-Si?
-Ha un recapito alternativo?
-Si... 333*******.

-Un attimo.

La mano libera si avvicina al pacchetto di sigarette. Cosa succedera'?

-Qual e' il problema?
-Il telefono e' muto. Non c'e' linea.
-Ma non mi dica!

No ma... mi stai prendendo per il culo, vero?
VERO?

-Si.
-Allora e' pregata di attendere.
-Un attimo?
-Si.

Abbandono l'idea del Grasparossa.
Sorbara o S. Croce?

-Pronto?
-Eh.
-Mi sa che la linea e' proprio guasta, signora ( persino a novant'anni e con la fede al dito, preferiamo ci si rivolga a noi chiamandoci 'signorine').

-E allora?
-Ho segnalato il guasto. Entro tre giorni lavorativi il problema verra' risolto.
-Grazie, Ermenegildo.
-Prego, Silvia.
-!?

18.11.05

Per le 'retate'


Tra le notizie misteriosamente ignorate dai telegiornali italiani c'e' l'arresto dello storico revisionista David Irving.


E' stato arrestato ieri nella cittadina austriaca di Hartberg, secondo un mandato di cattura emesso nel 1989 dal Tribunale di Vienna.
Irving, noto per le posizioni antisemite e le tesi giustificazioniste del nazismo, ha infatti negato l'Olocausto, violando il paragrafo 3 della legge austriaca.
Tale crimine, in Austria, e' punibile con una pena da uno a dieci anni di carcere.

Lo studioso non e' nuovo a queste traversie giudiziarie.
Irving, uno dei massimi esperti di Adolf Hitler, aveva gia' querelato per diffamazione la collega Deborah Lipstadt e la casa editrice Penguin. La storica americana lo aveva definito negatore attivo dell'Olocausto, antisemita e razzista in un libro pubblicato dalla Penguin nel 1996, 'Negare l'olocausto: il crescente assalto alla verita' e alla memoria'.

Irving aveva provocatoriamente proposto la fondazione di un'associazione di superstiti di Auschwitz, superstiti dell'Olocausto e altri bugiardi.

L'11 aprile 2004 una sentenza dell'Alta Corte inglese aveva fatto naufragare il tentativo di riabilitazione del nazismo da parte di Irving che, pur ritenendosi ingiustamente accusato dalla Lipstatdt, non ha esitato a bollare Auschwitz una Disneyland per turisti e a negare l'esistenza di camere a gas funzionanti in quello stesso campo di concentramento.

La sentenza (cui Irving e' ricorso in appello) ha definitivamente distrutto la reputazione accademica dello storico inglese e compromesso gravemente il revisionismo storico e chi vi fa riferimento.

In Germania gli studiosi revisionisti vengono espulsi (Irving nel '93).
In Austria vengono arrestati.

E in Italia li facciamo i conti col nostro passato?
O ci accontentiamo di leggere libri di Giampaolo Pansa e di perdonare i fascisti che 'non sapevano cio' che facevano'?

Caffe' e pasticcini

Ragazzi, in questa gelida, radiosa e nebbiosa mattinata, vi auguro il buongiorno.
E vi chiedo (perche' pare non faccia mai niente per niente) aiuto.

Riuscite a visualizzare correttamente il mio blog?
Potreste dirmelo?

Dal mio PC riesco a vedere solo la colonna sinistra, nient'altro.

Grazie.

17.11.05

Avete mai notato che la radio e' l'unico mezzo di comunicazione di cui si parla con affetto, l'unico cui ci riferisce come se fosse una vecchia amica?

Viene da domandarsi la ragione di questa comune percezione, poi si va a frugare nella memoria della propria infanzia e le risposte giungono da sole.

Immagini sbiadite e, paradossalmente, vivide.
Voci dimenticate.

Il primo ricordo legato alla musica e alla radio risale a quando avevo pochissimi mesi.
Le bianche pareti della cucina e "Another one bites the dust" dei Queen.

Alla radio devo il mio amore per la musica, adeguatamente coltivato da mio padre, che mi ha 'rintronata' a forza di Genesis, Uriah Heep, Jethro Tull, Pink Floyd e Franco Battiato.

I risultati dell'indagine commissionata da Audiradio, percio', non possono che farmi piacere: almeno 37 milioni d'italiani l'ascoltano ogni giorno.
La radio seguita ad essere un mezzo di comunicazione intellettualmente stimolante, una compagna fedele, patita della pubblicita' e dei tormentoni quasi quanto la TV, ma dalla presenza discreta.

Un potente e amichevole antidepressivo.

Non solo. La radio, per le sue stesse caratteristiche, non sollecita il cattivo gusto dell'ascoltatore. Non c'e spazio per le scene violente, le immagini tragiche, ridimensiona l'ansia amplificata dal mezzo televisivo.

La radio non e' autoreferenziale, parla ben poco di se'.
Attutisce l'impatto con la realta', scremandola e lasciando da parte cio' che nocivo o compromette la ricezione del messaggio (il gastrogiornalismo, il gastrovarieta', il veliname scosciato che infestano la TV qui restano fuori).


Suggerimenti?

Consiglio 'Prima pagina', tutte le mattine alle 7 e 15 su Radio Tre.
Alla conduzione si alternano, settimanalmente, giornalisti di diverse testate.
Rassegna stampa e, a seguire, commento degli ascoltatori, che possono partecipare telefonando in studio, o Via mail.

E per chi predilige le espressioni musicali della grande tradizione ibero-americana, c'e' Radio Batanga. Disponibile in rete.

16.11.05

Davide Costa, deputato regionale dell'Udc, e' stato arrestato ieri a Trapani per concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbe richiesto (e ottenuto) l'appoggio di un clan di Marsala durante le politiche del 2001.

Fin qui i fatti.

Non altrettanto nota, invece, e' l'intercettazione di una telefonata fatta al padre in cui Costa racconta di un incontro con il Presidente della Camera Casini.

Pieferdy avrebbe infatti invitato il deputato a dimettersi, per 'rispetto delle istituzioni', garantendogli pero' la futura rielezione.



Questo fittizio rispetto per le istituzioni mi sfugge.
Non afferro nemmeno come la terza carica dello Stato possa garantire la rielezione a un politico la cui posizione giudiziaria non sia stata ancora chiarita.

Alla luce di questa telefonata istruttiva, mi dico d'accordo con Rutelli.
Il leader della Margherita dubita che Rita Borsellino sia la candidata giusta per una regione come la Sicilia e le preferisce Ferdinando Latteri, rettore dell'ateneo di Catania (l'ateneo che ha negato la laurea honoris causa a Franco Battiato in seguito alle dichiarazioni del cantautore sulla rielezione di Umberto Scapagnini), ex di Forza Italia, ex collezionista di Snorkies.



Eticamente agguerriti, moralmente relativisti.
Signore e signori: il grande centro.

NB: il post e' stato scritto secondo il Postulato della nebbia novembrina.
Codesto postulato implica che i termini Centrodestra, onesta' e Sicilia non possono figurare tutti all'interno della stessa proposizione.

En busqueda del amor


Il mio adorato mentore, gatto combattente e qualche volta irritante, ha lottato contro l'ennesimo (e mastodontico) rivale in amore.
Entrambi avevano perduto il senno per la vicina di casa, una minuta e graziosa gattina nera.
Il giorno prima era tornato con l'orecchio sanguinante.
Poca cosa per un felino battagliero come lui.
Cosi ha deciso di sfidare ancora una volta, in singolar tenzone, colui che l'aveva ferito. Invano.

Ora ha gli occhi pesti, il naso gonfio, un muso irriconoscibile.
Trema, si guarda intorno frastornato.
Miagola con parsimonia, esita di fronte alla ciotola del latte.
Si lecca le zampe con mestizia e medita sulla crudelta' dell'amore.

In quanto punto fermo della mia vita ho deciso di dedicargli un post, sperando che i vostri auguri di pronta guarigione e qualche giorno di riposo possano giovargli.

15.11.05

Sono una ragazza semplice, con la testa sulle spalle e poche balle - dice il 99,9 % di noi femminucce credendo di essere originale.
Io vado oltre: sono una sempliciotta che ignora il significato della parola 'vizio'.
Perche' la mia vita e' fatta di valori, di affetti, di piccoli ristretti orizzonti.
E non ho vizi.

Si, amo il lambrusco oltre ogni dire e lo abbinerei al cocktail di gamberi come alla crema catalana, ma non lo chiamerei vizio.

Sono afflitta da curiosita' culinaria, smanio per provare pietanze a me ignote, in un'ansia di appagamento assai preoccupante. E piu' le mie scoperte sono piccanti, salate e speziate, piu' dura il viaggio. E' un vizio, forse?

Si, e' vero, fumo. Fumare mi piace talmente tanto che fumo anche col raffreddore. Non e' un vizio, soltanto una grande cazzata.

Ma confesso che c'e' una pericolosa tendenza in me. Lo faccio appena sveglia, lo faccio prima di addormentarmi, lo faccio a casa d'altri. In pochi secondi il desiderio si placa, l'ansia scompare. Poi si ricomincia, l'astinenza mi rende irritabile e la mia necessita' , urgente, impellente, deve essere soddisfatta.

Si, l'ammetto: soffro di dipendenza da Televideo.
La sua lettura e' diventata una droga, particolarmente quando non sono in rete.
Pigio un pulsante del telecomando ed ecco le notizie.
Niente fronzoli.
La pagina 101 (quella dell'ultima ora) e' li per essere rapidamente consultata.

Pur guardando il Tg 3 e La 7, il Televideo ha il merito di essere accessibile in modo immediato, senza interviste al sindaco durante la 700a festa del tartufo o voyeuristici servizi nei dietro le quinte dell'ennesimo calendario.
Ovvio: il panino c'e'.
Mediavideo poi non e' che il parente televisivo del Giornale e di Libero.
Alcuni articoli sono di commovente parzialita'. Ma il lettore, seppur in minima parte, puo' difendersi. Non viene incantato dal fachiro televisivo, non si trova l'immagine del mio omonimo a ogni pie' sospinto.

Sarebbe interessante approfondire il ruolo giocato dall'assenza delle immagini, dal taglia-e-cuci scritto, privo di quegli elementi extralinguistici che influiscono sulla percezione degli spettatori.

Ci sarebbe altro da dire, ma devo congedarmi: prima fumo una sigaretta, poi vado a leggere il Televideo.


Dietrologia del giorno: non vi pare divertente il messaggio subliminale della sigla di 'Otto e mezzo'?
Il termine 'destra' e' contemporaneo a 'eguaglianza'.
Il termine 'sinistra' a 'potere'.
L'intelletto di Ferrara ha perso qualche pezzo lungo l'affollata strada del trasformismo.

14.11.05

Mai che?

Mariti o compagni che volete ritornare agli antichi fasti.
Mogli o compagne che sognate la passione guardando 'Un posto al sole'.
Singles o fidanzati che avete una casa libera.

Volete la soluzione?
Ce l'ho.

E' il Maithuna, un rito tantrico che rappresenta l'unione del dio Shiva con la dea Shakti.

Requisiti essenziali:

  • amicizia di lunga data con un erborista o un appassionato di incensi e oli profumati
  • una babysitter
  • tempo libero

Rilassatevi, apritevi all'altro. Accettatelo.
Si, anche se s'infila le dita nel naso.

Dopo aver dedicato l'intera giornata al riposo (se non avete commissioni da sbrigare), alla meditazione (se avete una colf), al gioco (il classico Monopoli va sempre bene), attendete il tramonto.

Sarebbe bene disporre di due stanze: un soggiorno per i preliminari e una camera con grande letto per l'Unione Finale. Suona bene, non trovate?
Lo so che non tutti gradiscono i preliminari, ma bisogna resistere. Senno' il grande letto per l'Unione Finale a cosa serve?

Stendete un bel panno bianco sopra il pavimento sporco di cioccolata, polvere, capelli e peli di gatto (anche perche' se non avete la colf e dovete rilassarvi e meditare, quello sporco ci diventa per forza). Mi raccomando i cuscini. Che siano tanti, comodi e sparsi intorno.
Ah, parentesi: se ne avete uno scomodo, regalatelo a me, grazie.

Avrete scelto con cura, tra una meditazione, una pennica e un massaggio, anche i vostri cd.
Voi e il partner li ascolterete con godimento durante la cerimonia.
E se il cd finisce proprio mentre state per passare dal soggiorno alla camera, mollate li partner e cambiatelo.
Il cd!

Ancora: li vicino terrete un piatto, una caraffa di vino bianco, due bicchieri e delle pasticche per l'alito (cio' si presta a facili e volgari battute, ma io non mi abbassero' a tanto).

Il menu richiamera' i quattro elementi fondamentali: pesce-acqua, carne-aria, vino-fuoco, cereali-terra. L'avrete predisposto con la colf prima di farle pulire il pavimento del soggiorno.

In camera da letto ci vuole una luce viola, rivolta verso la Shakti de' noantri.
Poi ci sono le essenze da bruciare insieme, l'olio vegetale di cui servirsi per irrorare il corpo del partner come un fritto misto, i massaggi che faranno sentire l'altro amato e accettato...

Avete fatto tutto?
Avete seguito le istruzioni?

Bene.
Se - dopo aver curato attentamente ogni angolo delle due stanze, bruciato oli e incensi, mangiato, giocato e massaggiato- non vi e' ancora venuto sonno, allora potete anche ricongiungervi al vostro partner (sazio, assonnato, ubriaco, unto e bisunto), realizzando la cosiddetta Unione Finale.


In caso contrario , non preoccupatevi: la colf, domani, sistemera' tutto.

11.11.05

A lezione di civilta'


'Non fare la bimba'- suggerisce un noto, potente imprenditore presidente del Consiglio che porta scarpe con tacco alto di dieci centimetri circa per dissimulare la non eccelsa statura (fisica, fisica...).

'Non ti permetto di dire che faccio la bambina!'- ribatte lei, avvenente parlamentare e ministro per le Pari Opportunita', scoppiando in lacrime.

La soccorrono Fini, Alemanno e Storace.
E gia' ricevere aiuto da un uomo come Storace avrebbe trasformato il mio pianto in un attacco isterico con conseguente ricovero all'ospedale.


Martino e Pisanu sono contrari.
Una reintroduzione delle quote rosa sarebbe 'illiberale'.
Chapeau.

Ma ci pensa l'esiliato Follini a portare una ventata di novita' e ottimismo, promettendo una grande coalizione subito dopo il voto.

Vado a fare il passaporto.

10.11.05

Post serio scritto da persona poco seria che si prende sul serio

Torno all'infanzia, anni di fiabe, giochi con i miei amici a quattro zampe, corse in campagna, quaderni di racconti iniziati e mai terminati.
La piuma magica che viaggia per il mondo alla ricerca della bambina da salvare.

Ci sono fiabe (e scrittori) che portiamo con noi, nella fresca e logora valigia del tempo.
Un dono agli uomini che saremo.
Rileggendole ci sentiamo finalmente a casa, in un rifugio dove un amico affettuoso coccola la nostra immaginazione e colora il nostro mondo di piccole, quotidiane scoperte.

Piu' che a Perrault e i fratelli Grimm, sono grata a H.C. Andersen.

Nelle sue fiabe l'elemento magico e' logico, non soltanto funzionale alla trama.
Gli oggetti di cui noi ci accorgiamo a stento qui hanno voce.
Gli animali, sempiterni compagni dell'infanzia, acquistano una nuova dignita'.
Il lieto fine e' solo una possibilita'.

Le sue fiabe hanno il merito di svelarci la crudelta' della condizione umana, la solitudine di ciascun individuo, la pochezza di alcuni , la speranza di altri. Impartisce insegnamenti propri di una morale del cuore.

Non suggerisce: SIATE BUONI E RICEVERETE LA GIUSTA RICOMPENSA.
Va oltre: AMATE ANCHE QUANDO NON NE VALE LA PENA E SIATE VOI STESSI.

Andersen scrisse per far germogliare in noi piccoli lettori l'indipendenza, la liberta' di pensiero. Ecco uno scrittore che aveva fiducia nel bambino e nell'uomo che sarebbe diventato.

-Non potrete mai capirmi!-sospiro' l'anatroccolo.
-Ma se non ti comprendiamo noi chi vuoi che ti comprenda! Non avrai la pretesa di essere piu' intelligente del gatto e della padrona, anche non parlando di me! Non ti dar delle arie, piccola cosa! Dovresti ringraziare il Creatore, piuttosto! Hai trovato una stanza calda, chi puo' insegnarti tante cose! E non sei contento! E' che hai un cervellino bislacco! Te lo dico francamente, non e' piacevole stare con te, e, guarda, se ti dico queste cose e' per il tuo bene. Un vero amico deve essere sincero. Dai retta a me: mettti a far delle uova, impara a far le fusa, a mandare scintille!
-Penso che sara' meglio andarmene per il mondo- disse l'anatroccolo.


La mia incoerenza mi strappa un sorriso: se mai diventero' madre, leggero' al mio piccolo le fiabe che hanno fatto crescere me.

9.11.05

Welcome back



Per raggiungere questo traguardo ho dovuto, nell'ordine:

1) stare 110 minuti in attesa sorbendomi per altrettanto tempo la stessa canzone di Frank Sinatra (bravo, bravissimo, ma dopo un po' viene a noia, no?)

2) parlare con operatori di call centers che non ricordavano di lavorare per il 187

3) sentirmi dire 'il problema non e' nostro, ma del suo PC' con conseguente giramento di biglie, pigne e altri oggetti dalla forma vagamente sferica

4) disinstallare e reinstallare il modem una decina di volte senza risultato

5) ricontattare il 187 e parlare con operatori che tifano per l'abolizione della legge Basaglia

6) sopportare le educate avances di un uomo che si tinge i capelli col lucido per le scarpe al mio gatto

e, dulcis in fundo

7) scoprire che c'era un guasto alla centralina del mio comune e che il mio PC stava benissimo, che altri solieresi avevano lo stesso problema e che, cosa piu' importante, non sono pazza

Un sincero ringraziamento all'anonimo lettore: noi donne siamo affascinanti, ma piu' pericolose di una tempesta tropicale.

8.11.05



Da qualche giorno la piu' nota rivista del mondo cattolico, Famiglia Cristiana, si e' adeguata ai tempi che corrono.
Lo fa con terga dietro un vetro appannato, una pubblicita' piccante, ma non offensiva, uno slogan insinuante:
Se vuoi vedere chiaro chiama subito il tuo elettricista.

E' successo cio' che sappiamo: lettori furibondi, indignati, insultati, traditi.
Esperti di comunicazione che curano la rassegna stampa estera del Tg3 delle 23 parlare a vanvera.
Il gaudio dell'agenzia che ha realizzato la pubblicita' e i brindisi alla Vortice.

Il direttore della rivista, don Antonio Sciortino, ha puntualizzato:

Non bisogna vedere quello che non c'e'.


Mai difesa fu piu' infelice di questa.

Nel '96 le modelle in costume da bagno. Putiferio.
Nel 2005 un paio di natiche in un box doccia. Altro putiferio.

Se la via dell'ammodernamento deve seguire quella della mercificazione del corpo femminile, suggerisco di tentare, nel 2014, la pubblicita' di un presepe vivente con la Madonna intenta ad allattare Gesu'.

7.11.05

Stronzoku

Tra i commenti al post di sabato leggo quello del Conte:

ti ho passato la palla del nuovo gioco dell'autunno. Partecipa.

Come non accettare il suo invito?

Lo Stronzoku e' il nuovo gioco dell'autunno: una maniera garbata per testimoniare la propria stima ad alcuni blogger e causare ad altri una dermatite d'indubbia origine psicosomatica..
Insomma: ci si scanna, ma con cortesia.

La mia coscienza di fanciulla che ama sparare a zero su tutti e detesta ricevere critiche da sadici e opportunisti ha tentennato un poco, l'ammetto.
Il Conte ha ragione: certe critiche a noi bloggers fanno davvero girare le scatole. Pero' dopo essermi sentita dare della 'puttana di sinistra' e aver gradito il complimento, sono abbastanza forte per poter partecipare allo Stronzoku.
Aggiungo poi che gli autori biasimati e lodati non si sentiranno affatto toccati dalle mie critiche.




I blog che salvo:

1) Blogdiscount : indispensabile come lo specchietto per controllare il trucco. Mi hanno conquistata e vorrei solo che gli autori postassero piu' spesso.

2) Daveblog : pur non essendo una sua carampana DOC, apprezzo il suo autore. Che commenta e filtra, con intelligenza e ironia, fatti di costume e programmi televisivi. Non ho bisogno di accendere la TV per sapere quanto silicone si e' fatta iniettare la dottoressa Taylor. Mi basta passare da lui.

3) Il blog di Gago: e' uno dei miei preferiti. Un blog ingiustamente ignorato dai piu' e che vi consiglio di visitare. Caustici e teneri. Piccolo neo: Natalino Russo Seminara e' tra i commentatori. Suo e' il ruolo della seconda fetta di pane, vedi panino alla Mimun.


I blog da buttare:

1) Macchianera: Tutto qui? Pare di si. Attendo i posts di Sandro Mayer e, nel frattempo, vado giu' pari: NON MI PIACE. E' un blog di cui seguito a fare a meno, che non ho l'ansia di visitare.

2) Dandyna: Esibizionista? Forse. Nel dubbio sto alla larga: mai gradito le blog opera. Ma un sincero in bocca al lupo per la sua vita.

3) Wittgenstein: per questioni di forma (non e' possibile commentare) e contenuto (allora perche' insistere a definirlo 'blog'?).

A chi passo la palla:


Mondo Cilions

SI FA SI

Arschild

Beato te, contadino!

-Il lavoro non piove dal cielo: occorre cercare e cercare ancora.- disse il professore di francese (che insegna anche alla scuola per interpreti e traduttori a Forli) a mia madre.

-Volere e' potere!- ha esclamato mia zia, una stilista che ha avviato la propria attivita' negli opulenti anni '80.

Le loro parole mi tornano alla mente mentre una mia amica, laureatasi in lingue nel mese di luglio, mi racconta della facilita' con cui si trova lavoro.

Ha 25 anni, gia' vecchia per chi vuole carne giovane giovane da martirizzare con un contratto da apprendista.

Ha fatto domanda per alcuni stages... silenzio.
Le possibilita' di seguire uno stage tramite le universita' vengono offerte agli studenti del nuovo ordinamento. Quelli del vecchio s'attacchino al tram.

Le agenzie di lavoro interinale l'hanno scoraggiata, perche' non ha esperienza.

E' stata rifiutata come receptionist da alcuni alberghi, perche' con una laurea in lingue e un profilo alto come il suo potrebbe aspirare ad altro.

Le ditte preferiscono neodiplomate da assumere con un contratto d'apprendista o laureate in lingue con un diploma di ragioneria.

I negozi che cercano commesse la scartano perche' e' laureata e, considerato il suo alto profilo, potrebbe piantare dall'oggi al domani chi l'ha assunta.

Aggiungiamo la crisi economica che c'e' da qualche anno a questa parte e avremo un quadro completo della situazione.

Cosa sta facendo?
Lavora dieci giorni al mese per agenzie di promozione in supermercati e centri commerciali.

Riferisco a mio padre della conversazione avuta con lei e leggo la sconfitta nei suoi occhi. Operaio, figlio di contadini venuti dal Sud, ha dovuto rinunciare agli studi per aiutare la famiglia, anche se avrebbe voluto diplomarsi al liceo classico e laurearsi in scienze politiche. Nata io, ha deciso di aiutare anche me, favorendo le mie ambizioni e non lesinando sacrifici in tal senso.
Volere non sempre e' potere, dolorosa constatazione sulla pelle di una ragazza che potrebbe essere la propria figlia.

Ma io l'ho tranquillizzato senza indugio alcuno.

Ho brillanti prospettive per il futuro.

Capemaster e io potremmo arrivare finalmente a realizzare il nostro sogno: fondare un partito e candidarci al Parlamento. Sono indecisa sul nome: 'Pane e cicoria' o 'Le tre I' ? E non dimentichiamo che, in caso di elezione, potrei guadagnare 12000 euro al mese.

Oppure potrei aprire uno studio di cartomanzia e vendere buste del lotto con numeri presi a caso.

Insomma, non dispero: ho brillanti prospettive per il futuro.

Lo diceva anche Renato Pozzetto ne 'Il ragazzo di campagna'.

Prima di ritornare a Borgo due case.

5.11.05

Irriflessione faziosa

Italiani 'Poveri' ma spendaccioni
Un paese contraddittorio per l'Istat

Gli italiani si sentono sempre piu' poveri. Ma allo stesso tempo non riescono a rinunciare alle comodita' e ai 'vizi' della tecnologia come il telefonino super accessoriato.
Nell'ultimo rapporto Istat uno su due dichiara 'di non essere per nulla o poco soddisfatto dalla propria situazione finanziaria', e si lamenta perche' non riesce a 'tirare' fino alla fine del mese. Ma poi si coccola con una casa piu' hi-tech, dotata di condizionatore e lavastoviglie.


Qui l'intero articolo

Ecco un esempio semplice-semplice di manipolazione dell'informazione.
Ecco un articolo che dovrebbe suggerire all'autore di prendere la propria tessera di appartenenza all'Ordine dei giornalisti e buttarla di filato nel rusco (l'italiana 'immondizia').

Dato che sono in buona fornisco generosamente la parafrasi del testo:

perche' gli italiani si lamentano di versare in pessime condizioni economiche? Non hanno due telefonini a testa?

Perfino una ragazza che ha difficolta' a calcolare quanto le viene di resto al pub come me sa che l'indagine svolta dall'Istat riflette drammaticamente la crisi economica attraversata dal nostro paese.

Cala la spesa destinata all'abbigliamento, alle calzature, all'alimentazione e all'arredamento.
Aumenta quella nel settore tecnologico, cresce il numero di coloro che accendono un mutuo per la prima casa.

Ora, capisco che l'autore 'tenga famiglia', ma certe panzane vorrei (vorremmo?) ci fossero risparmiate.

Chi investe in beni durevoli lo fa per manifesta impossibilita' di spendere in modo meno riflessivo il proprio denaro. E alcuni prodotti hi-tech vengono buoni per un discreto numero di anni, valendo abbastanza spesso la cifra spesa per acquistarli.

Poi ci sono eccezioni di merito e forma.
Molte famiglie italiane hanno installato un condizionatore in seguito alla torrida estate del 2004, per poi pentirsi durante quella successiva, una stagione fresca e ben poco estiva.

La macchina lavastoviglie non e' una novita' nel settore hi-tech e nelle nostre case, ma in base alla mia personale esperienza temo che, con l'ennesimo aumento della bolletta Enel, saranno in pochi a servirsene.

Si, chi si lamenta e' molesto quanto una zanzara resistente allo zampirone.
Ma le nostre lagne porteranno qualcosa di proficuo?
Io me lo auguro.

Intanto so che qualcuno condivide il contenuto dell'articolo.
E questo mi fa arrabbiare di brutto.

NB: il telefonino 'super accessoriato' ce l'ho anch'io e chi deve cambiarne uno ormai trova, sul mercato, soltanto telefonini super accessoriati. Gli altri stanno andando in pensione. Solo chi dovrebbe andarci non si schioda da dov'e'.

4.11.05

Una panoramica sul ruolo del fiore nel moderno rapporto di coppia

L'omaggio floreale costituisce, da sempre, una delle strategie di primaria importanza per captare l'attenzione e l'interesse della fanciulla che fa battere il proprio cuore.
La tradizione del linguaggio dei fiori e il relativo uso (pur non arrivando alla logorrea del geniale John Everett Millais nella sua 'Ofelia') testimoniano la rilevanza assunta da quest'umile e profumato dono della natura.

Nell'epoca attuale, un'epoca tormentata sia socialmente che nell'ambito dei rapporti di coppia, l'omaggio floreale e' di rilievo ancor maggiore, in virtu' della scomparsa del sentimento trobadorico, di quell'amore puro ed elevato nutrito dal cavaliere per la donna cosiddetta 'angelicata' ('Stai zitta e buona, cosi ti amo di piu') e dall'estinzione della stessa, naturalmente.

Cosi gli uomini si trovano, oggigiorno, dinanzi a un bivio: mantenere vivo il sentimento secondo regole spesso lontane dalla propria naturale inclinazione o lasciarsi andare e godersi, dopo una discreta fatica, la conquista.

E' qui che l'omaggio floreale torna prepotentemente alla ribalta.
Relativamente poco costoso, romantico senza essere impegnativo, quasi unanimemente gradito dall'universo femminile, veicola un messaggio d'amore, tenerezza, passione o di resa ('Finiamola con 'sta storia del tenere viva la passione, i fiori costano comunque una certa cifra').

Un uomo mediamente sveglio SA che i fiori non si regalano in occasione di anniversari e altre ricorrenze, ma ' a random'. La donna mediamente sveglia SA, infatti, che la spontaneita' e la squisitezza del gesto valgono meno se il dono e' previsto dal calendario.
Correte percio' il rischio, miei cavalieri erranti, di veder precipitare in un abisso di mutismo e malumore la vostra amata.

Se timida accogliera' sorridendo il vostro presente, per poi rimuginare sulla regolarita' di certe attenzioni, regolarita' che non puo' certo rassicurarla.
Se di carattere aspro e/o in periodo premestruale, ebbene, enjoy yourself (cavoli vostri). Protestare la vostra innocenza d'intenti sara' improduttivo e aumentera' soltanto il livore della vostra donna angelicata. E l'associazione mentale stabilita tra un mazzo di fiori e una feroce disputa amorosa vi dissuadera' dal comprarne altri.

La maggior parte di noi predilige la varieta', e' quindi consigliabile una certa sperimentazione. L'importante e' garantire l'alternanza di fiori e colori. Alla lunga paga.
Se brontolera' perche' le avete donato dei lirium bianchi mentre la volta precedente aveva ricevuto da voi un garofano rosso, rabbonitela con un fumoso complimento simile a questo:

Amore, tutti i colori dei fiori mi fanno pensare a te. Perche' sei passionale, tenera, intelligente, simpatica e sempre, inalterabilmente, bella
(voce bassa, sorriso appena accennato, che la voce rifletta le pause delle virgole e dei punti fermi).

Si acquietera' in modo istantaneo.

La chicca: non ricorrete al solito fattorino del fiorista. Sbizzarritevi. Regalateglieli al termine di una serata trascorsa insieme, o fateglieli trovare per caso, magari con la complicita' di un'amica fidata o di un parente.
Sortira' maggior effetto.

Non c'e' essere umano femminile che possa resistere alla piccola, delicata e profumata testimonianza di un sentimento. La piu' acida delle ragazze si commuovera', borbottera' qualcosa d'insensato e ringraziera'. Poi scrivera' un ironico post sul suo blog per superare il misto di piacere e stupore provati. E ridera': del proprio animo irrimediabilmente romantico, della propria sensibilita'.

Perplessa

L'arrivo di nuovi visitatori su questo blog non puo' non farmi piacere, ma certi mezzi di trasporto mi lasciano quantomeno interdetta.

Ne e' arrivato uno ieri sera dopo aver digitato 'Capezzolo escrescenze' come chiave di ricerca.

3.11.05

Classifiche

I resistenti in Iraq si che sono valorosi! Altro che quelli che hanno fatto parte della resistenza italiana!

Carlo Panella, Redattore Capo nelle reti Mediaset e Responsabile delle Tribune Politiche, il 3/11/05 alle 08:49 a Omnibus su La 7.



Che ne dite di stilare una classifica?
Scrivete e proponete altri resistenti ancor piu' valorosi di quelli iracheni. Oppure suggerite quali, secondo voi, sono stati i resistenti meno coraggiosi e intrepidi. Pensiamoci.
Potrebbe nascere un gioco intellettuale di grande fascino e indiscussa complessita'.

Showing off

Ho scoperto un sito che contiene temi per bloggers. Basta cliccare ed esce un argomento bell' e pronto, che l'autore potra' poi utilizzare per scrivere il proprio post.

Alcuni esempi:

-il momento o la situazione piu' imbarazzante mai affrontati
-il rapporto con le diverse stagioni atmosferiche
-la persona piu' importante della propria vita
-il sogno nel cassetto

Soggetti che andrebbero bene per Cioe', la nota rivista per teenagers, o adatti a uno speaker radiofonico in una trasmissione afflitta da vuoto pneumatico.

Cio' contraddice uno dei presunti 'principi' che ogni blogger dovrebbe far proprio: liberta' di scrivere, genuinita', senza l'obbligo di postare ogni giorno. E se cio' diventa un dovere, allora l'autore dovrebbe prendere in considerazione l'idea di sospendere il blog per qualche tempo.

L'approdo al juke-box di soggetti e' avvenuto ieri, in una giornata morbida come la nebbia che sfuma i contorni e ingentilisce gli spigoli, una giornata dolce, calda.

Ieri infatti questo spazio ha compiuto un anno. E riflettere sulla liberta' e gli stimoli necessari per esprimersi qui e' stato quasi spontaneo.

Il mio blog svolge una funzione terapeutica, lo specchio in cui la mia immagine si e' riflessa e contemporaneamente esposta agli altri.
Ha assunto le sembianze di una dipendenza da cui non desidero liberarmi e mi ha permesso d'interagire con persone umanamente e intellettualmente interessanti. Ma confesso che e' soprattutto l'intelligenza dei sentimenti, l'intelligenza emotiva, ad attirarmi, coinvolgermi.

E ora veniamo a una parte che non avete mai avuto la ventura d'incontrare nel post di un blog che compie gli anni: i ringraziamenti.

Cosa sarebbe 'Irriflessioni' senza visitatori intenti a commentare i miei delirii? Un diario personale, un ambito di ricerca ideale per psicologi stimolati dai disturbi narcisistici della personalita', non uno spazio 'vivo' come questo.

Grazie agli abituali frequentatori del blog.
Sapete chi siete e se non lo ricordate basta guardare i links: non potete non far parte di quella lista.

Grazie ai passanti, i vostri suggerimenti sono i benvenuti e, se mi assicurate di non essere devoti del mio brillante omonimo, lo siete anche a voi.

Non intendo ringraziare chi non e' passato di qua e non si e' fermato. Se la blogosfera vive d'interscambi, il vostro apporto a 'Irriflessioni' e' pressoche' nullo, percio' bando alle ipocrisie.

Grazie all'anonimo lettore. La sua entrata nella mia vita ha reso meno cupi i miei giorni e questo blog.

E, last but not least, al mio mentore: insopportabile, adorabile, curioso e pasticcione, mi mostra quotidianamente un ideale ed equilibrato approccio alla vita. Graffiare, rischiare, rallentare, fare le fusa. Perche' c'e' tempo, anche, per essere tutto.

2.11.05

Approccio antideamicisiano

Chi di voi desiderasse effettuare osservazioni di tipo pedagogico e' pregato di portarmi a pranzare con se' in un qualsiasi ristorante. La sottoscritta e' infatti in grado di attirare magneticamente tavolate di bambini indisciplinati in qualsiasi buco, purche' munito di tavoli e cuochi appositi.

Arriviamo al ristorante Belvedere in quel di Gaiato di Pavullo (MO), dopo un'ora di macchina sotto la pioggia battente, intirizziti come pulcini raffreddati.

Ci sediamo.
Alla mia sinistra, tavolata di parenti, amici e relativi figli, tutti rigorosamente sotto i dieci anni.
C'e' una graziosa frugoletta bionda che trotterella intorno al tavolo. Confido che sentiremo parlare di lei, in un futuro non lontano, come di una famosa percussionista. La piccola di fatto possiede il senso del ritmo: e' venuta al ristorante con un paio di maracas.

Crash crash. Crash crash. Crash crash.

La madre, donna accorta, si e' seduta in modo diametralmente opposto alla bimba e ne fanno le veci amici e cuginetti.
Arriva il primo e uno dei baby sitter desidera immergersi nel piatto di deliziose lasagne ai funghi, ma no. La piccola deve andargli in braccio, e salutare la venuta del primo con le maracas.

Crash crash. Crash crash.

Ciascun uomo della tavolata riceve dalla sottoscritta uno sguardo assassino. La madre e' troppo lontana per comunicare con lei e spero , sparando nel mucchio, di far rinsavire almeno il padre della creatura.

Niente da fare.

La gang dei baby sitter inizia a tirarsi addosso le cibarie e il pane, ma gli adulti la ignorano volutamente. Sono troppo coinvolti dalla puntata di Studio Sport, programma osceno e scandalosamente anti-interista.
La bimba ricomincia ad agitare le maracas.
Crash crash.

L'esibizione e' terminata da un quarto d'ora quando arriva una donna mora che prende in braccio la piccola e la porta fuori. La gang seguita a giocare a pallavolo con le molliche di pane.

La bimba ritorna.

Odo la madre dichiarare perentoria:
'Oggi ci pensate voi a lei, io sono stanca.'

Anche noi saremmo stanchi, anche noi vorremmo recarci a fare un giretto in collina e staccare dal contorcersi caotico della vita laggiu' in pianura. Aggiungerei che siamo stanchi di avere a che fare con gente stanca, se non temessi di risultare polemica in modo eccessivo.

La bimba riprende il piccolo show con le maracas, saltella, coinvolge la gang di baby sitter (falliti, a questo punto) e riprende a trotterellare, urlare e disturbare con quei rudimentali strumenti.

Nella foga la piccola si avvicina ancor di piu' al nostro tavolo e i suoi capelli graziosamente biondi finiscono per adagiarsi in modo ancor piu' grazioso nel vassoio di patatine fritte ordinato dalla sottoscritta. Sottraggo la preziosa reliquia, ma il dado e' tratto: non potro' piu' ingerire quel cibo sacro.

Crash crash.

-Ma fammi vedere un po' come fai a suonarle!- le domanda una signora quarantenne, che fa parte della stessa tavolata.

Forse la signora in questione ha buonsenso. Forse ha compreso che i commensali infantili hanno superato il confine che c'e' tra vitalita' e maleducazione e desidera, almeno, porre rimedio alla frenesia ritmica della bimba.

NO.

La signora ha preteso le maracas per se' e inizia a cimentarsi, rapita dal crash crash di quei marchingegni infernali. Si esercita per dieci minuti buoni, sotto gli sguardi ammirati e divertiti degli altri commensali, fino all'arrivo del caffe'.
La gang dei baby sitter e' esclusa dall'ingestione della caffeina e ripiega sui passatempi piu' immediati: dare il ritmo battendo il coltello sull'orlo dei piattini per il dolce. Manca solo un cantante e sto quasi per propormi quando arriva la madre della piccola percussionista.

Prende in braccio la figlia e brontola: 'Ho gia' smaltito le calorie di questo pranzo, a forza di starti dietro. Cattiva!'

La pioggia e il pranzo sono finiti.
Ora possiamo tornare alla nostra caotica e inquinata pianura.

N.B: sono stata una piccola commensale educata e disciplinata, controllata da commensali altrettanto educati e disciplinati... almeno fino a quando mio padre non iniziava a raccontare barzellette oscene, ma questa e' un'altra storia.