Esattamente un mese fa' ho postato qui il resoconto del frenetico lavorio mentale di una ragazza, ansiosa di prenotare per il weekend di Capodanno. Ebbene, mi e' stata offerta la possibilita' di seguire la coppia (lei e la sua infelice vittima) in quel di Salisburgo.
Non sarei una blogger onesta se non cogliessi l'opportunita' di verificare la veridicita' delle mie fonti, ragion per cui ho deciso di partire e accertarmi personalmente dell'infermita' mentale di entrambi.
Auguro a tutti voi di trascorrere questi giorni di festa facendo soltanto cio' che piu' desiderate!
Arrivederci al 2 gennaio.
28.12.05
27.12.05
La NON notizia e' il pane quotidiano del giornalista televisivo.
Viene utilizzata quando si verifica una delle circostanze che seguono:
1) scarsita' di notizie
2) improvviso blocco dell'evoluzione mondiale (perche' non accade niente, nemmeno in quel piccolo paese sul Rio Negro)
3) le notizie a disposizione sono incomunicabili
4) il giornalista televisivo soffre dei postumi di una sbronza
La NON notizia non aggiunge alcunche' di nuovo alla nostra conoscenza, serve a riempire cinque minuti di telegiornale e meta' pagina del Televideo. Il fruitore del mezzo televisivo che va ad abbeverarsi a una delle fonti della conoscenza puo' restarne deluso, oppure sentirsi improvvisamente membro attivo della societa' durante l'era della globalizzazione.
A me invece sono girate semplicemente le scatole.
La NON notizia di ieri e' stata lo tsunami che ha devastato il 26 dicembre 2004 numerosi paesi sull'Oceano Indiano.
Per l'ennesima volta abbiamo rivisto madri piangenti, cadaveri di bambini, paesaggi da sogno diventati luoghi di morte.
Abbiamo imparato a memoria i lamenti thai sull'ingiustizia della vita e la crudelta' della natura.
Licia Colo' ( e il Tg2) hanno avuto la bonta' di ricordarci che l'industria turistica di quei luoghi fatica a riprendersi.
Sappiamo che il premier cingalese ha ringraziato l'Italia per l'aiuto prodigato a favore delle vittime dello tsunami.
Parole a vuoto che hanno alleggerito la fatica del giornalista.
Le notizie che avrebbero davvero potuto interessarmi sono state date di sfuggita:che gli aiuti giunti alle popolazioni colpite sono stati maldistribuiti, aumentando lo scontento sociale e che il sistema di monitoraggio antitsunami e' lungi dall'essere attivato.
Effetto della NON notizia?
Lo spettatore medio finisce la sua fetta di pandoro, spegne la tv e giura a se' stesso di non andare in Thailandia l'estate successiva.
Viene utilizzata quando si verifica una delle circostanze che seguono:
1) scarsita' di notizie
2) improvviso blocco dell'evoluzione mondiale (perche' non accade niente, nemmeno in quel piccolo paese sul Rio Negro)
3) le notizie a disposizione sono incomunicabili
4) il giornalista televisivo soffre dei postumi di una sbronza
La NON notizia non aggiunge alcunche' di nuovo alla nostra conoscenza, serve a riempire cinque minuti di telegiornale e meta' pagina del Televideo. Il fruitore del mezzo televisivo che va ad abbeverarsi a una delle fonti della conoscenza puo' restarne deluso, oppure sentirsi improvvisamente membro attivo della societa' durante l'era della globalizzazione.
A me invece sono girate semplicemente le scatole.
La NON notizia di ieri e' stata lo tsunami che ha devastato il 26 dicembre 2004 numerosi paesi sull'Oceano Indiano.
Per l'ennesima volta abbiamo rivisto madri piangenti, cadaveri di bambini, paesaggi da sogno diventati luoghi di morte.
Abbiamo imparato a memoria i lamenti thai sull'ingiustizia della vita e la crudelta' della natura.
Licia Colo' ( e il Tg2) hanno avuto la bonta' di ricordarci che l'industria turistica di quei luoghi fatica a riprendersi.
Sappiamo che il premier cingalese ha ringraziato l'Italia per l'aiuto prodigato a favore delle vittime dello tsunami.
Parole a vuoto che hanno alleggerito la fatica del giornalista.
Le notizie che avrebbero davvero potuto interessarmi sono state date di sfuggita:che gli aiuti giunti alle popolazioni colpite sono stati maldistribuiti, aumentando lo scontento sociale e che il sistema di monitoraggio antitsunami e' lungi dall'essere attivato.
Effetto della NON notizia?
Lo spettatore medio finisce la sua fetta di pandoro, spegne la tv e giura a se' stesso di non andare in Thailandia l'estate successiva.
25.12.05
A volte ritornano...
Cari lettori di questo blog, mi tocca darvi una delusione: non sono scomparsa, non ho intenzione di chiudere Irriflessioni, ne' sono stata rapita da una setta di Scientology.
Semplicemente questa e' la prima giornata libera dopo due settimane.
Mi siete mancati, ragazzi, ma la vostra lambrusco-dipendente e' tornata e non vi abbandonera' per molto tempo.
Tanti auguri a voi e a tutti i vostri cari!
Dimenticavo: Ultimamente Berlusconi ha piu' capelli di me... qualcuno conosce il suo tricologo?
Semplicemente questa e' la prima giornata libera dopo due settimane.
Mi siete mancati, ragazzi, ma la vostra lambrusco-dipendente e' tornata e non vi abbandonera' per molto tempo.
Tanti auguri a voi e a tutti i vostri cari!
Dimenticavo: Ultimamente Berlusconi ha piu' capelli di me... qualcuno conosce il suo tricologo?
9.12.05
Oggi il nostro amato Presidente della Repubblica Italiana compie gli anni.
Lo sapevate?
No?
Allora v'invito a leggere, tutti insieme e ad alta voce, le righe dense di significato che seguiranno:
AUGURI PRESIDENTE!
Bene.
Ora, tralasciando l'ovvia considerazione che certi uomini dovrebbero dedicarsi soltanto alla cura dei nipotini, possiamo parlare di cose serie.
La vostra Undine, in questa giornata stranamente fredda (in fondo siamo solo in dicembre), capita sul sito web de Il Resto del Carlino. Non chiedetemi come ci sono finita, o vanificherete i risultati raggiunti dopo anni di psicoterapia.
Guardo con attenzione la homepage e finisco su un link: 'Allarme stupri: che fare?'.
'Sembra interessante' mi dico.
Ipotizzo si tratti di un forum, con gli interventi dei soliti celoduristi padani (il direttore della Padania ieri sera se l'e' guardate ben benino le brasiliane), ma mi aspetto di trovare opinioni moderate, proposte interessanti e degne di nota.
No. E' ancora meglio.
Un sondaggio che sollecita lo spirito critico dei lettori.
Tre le soluzioni. La prima banalissima e quasi mai applicata (troppo noiosa per qualcuno). Le rimanenti sono lampi di genio, autentiche epifanie nel gia' brillante orizzonte intellettuale e morale del lettore del Carlino.
-Pene piu' severe
-Risolvere la piaga dell'immigrazione clandestina
-Illuminare le zone piu' a rischio delle citta'
Lo so, lo so: tre soluzioni sono poche, simili delitti contro la persona vanno affrontati in modo meno riduttivo e superficiale.
Me ne vengono in mente altre.
-Andare a stanare tutti i clandestini e regalare loro una bambola ergonomica (realizzata in materiale molto simile alla pelle umana)
-Illuminare meglio i luoghi pubblici gia' illuminati. I parchi? Accendiamo i lampioni anche di giorno
-Vietare alle donne di camminare da sole, di indossare roba scollata, di vestirsi in modo 'scosciato'.
-Lanciare un sondaggio sul web per stupratori (potenziali e non) e chiedere loro quali sono le zone piu' a rischio della citta'.
Segnalate le soluzioni.
Il vostro contributo puo' essere importante e non fate i ritrosi: se ci sono riusciti i giornalisti e i lettori del Carlino, potrete farcela anche voi.
Lo sapevate?
No?
Allora v'invito a leggere, tutti insieme e ad alta voce, le righe dense di significato che seguiranno:
AUGURI PRESIDENTE!
Bene.
Ora, tralasciando l'ovvia considerazione che certi uomini dovrebbero dedicarsi soltanto alla cura dei nipotini, possiamo parlare di cose serie.
La vostra Undine, in questa giornata stranamente fredda (in fondo siamo solo in dicembre), capita sul sito web de Il Resto del Carlino. Non chiedetemi come ci sono finita, o vanificherete i risultati raggiunti dopo anni di psicoterapia.
Guardo con attenzione la homepage e finisco su un link: 'Allarme stupri: che fare?'.
'Sembra interessante' mi dico.
Ipotizzo si tratti di un forum, con gli interventi dei soliti celoduristi padani (il direttore della Padania ieri sera se l'e' guardate ben benino le brasiliane), ma mi aspetto di trovare opinioni moderate, proposte interessanti e degne di nota.
No. E' ancora meglio.
Un sondaggio che sollecita lo spirito critico dei lettori.
Tre le soluzioni. La prima banalissima e quasi mai applicata (troppo noiosa per qualcuno). Le rimanenti sono lampi di genio, autentiche epifanie nel gia' brillante orizzonte intellettuale e morale del lettore del Carlino.
-Pene piu' severe
-Risolvere la piaga dell'immigrazione clandestina
-Illuminare le zone piu' a rischio delle citta'
Lo so, lo so: tre soluzioni sono poche, simili delitti contro la persona vanno affrontati in modo meno riduttivo e superficiale.
Me ne vengono in mente altre.
-Andare a stanare tutti i clandestini e regalare loro una bambola ergonomica (realizzata in materiale molto simile alla pelle umana)
-Illuminare meglio i luoghi pubblici gia' illuminati. I parchi? Accendiamo i lampioni anche di giorno
-Vietare alle donne di camminare da sole, di indossare roba scollata, di vestirsi in modo 'scosciato'.
-Lanciare un sondaggio sul web per stupratori (potenziali e non) e chiedere loro quali sono le zone piu' a rischio della citta'.
Segnalate le soluzioni.
Il vostro contributo puo' essere importante e non fate i ritrosi: se ci sono riusciti i giornalisti e i lettori del Carlino, potrete farcela anche voi.
7.12.05
La politica, parafrasando Wilde, e' un amore che dura per tutta la vita.
Soddisfazioni, privilegi, ma anche sacrifici spesso privi di un'adeguata contropartita. Ci si mette al servizio degli altri e si lavora anima e corpo, senza risparmiarsi.
Raggiunta (per merito proprio e altrui) la propria temporanea meta, TU, politico in erba, ti troverai in situazioni che andranno contro il benessere della collettivita', ma incideranno positivamente sul TUO.
Allora sara' imbarazzante tutelare la propria immagine e garantirsi il pubblico consenso, perche' un cittadino mediamente attivo, consapevole e informato potra' venire presto a conoscenza dei vantaggi (almeno quelli piu' evidenti) di cui hai goduto.
Spesso ti troverai a sostenere una causa che promette di essere effettivamente nociva per i cittadini che qualche volta ti hanno eletto e dovrai lottare tenacemente per difenderla, tanto piu' che la stessa ragione ha, ahime', scelto di stare nel campo opposto.
Cosa fare, allora?
La risposta c'e': l'Anarcoinsurrezionalista.
Chi e'?
L'aggettivo e' talmente ignoto ai piu' da non aver necessita' di impararlo tu stesso. L'anarcoinsurrezionalista e' , nell'immaginario collettivo, colui che crea disordine, minaccia il benessere altrui, va in giro danneggiando banche e negozi e manda ordigni e lettere intimidatorie ai servitori dello Stato.
Si veste di nero, indossa orribili passamontagna, si sente mutilato a non avere una mazza con se' da portare in giro, la sua immagine evoca timori inconsci, paure inconfessabili.
E' versatile, disponibile a spostamenti, efficiente, brilla nel lavoro d'equipe.
L'anarcoinsurrezionalista e' estremamente attuale: e' il co.co.pro della protesta civile. Infatti l'anarcoinsurrezionalista trascura alcune cause per dedicarsi con passione ad altre.
Se ne frega della legge che ha snaturato la Costituzione Italiana, non e' interessato alla Cirami, alla Bossi-Fini che tratta gli extracomunitari come carne da macello, all'abolizione della tassa di successione, alle leggi finanziarie che paralizzano gli enti locali, alla riforma del sistema scolastico.
NO.
L'anarcoinsurrezionalista lo trovi ai Social Forum, alle manifestazioni contro la guerra in Iraq, nelle grandi mobilitazioni della societa' civile, nelle occasioni in cui la sensibilita' della Gente e' maggiormente coinvolta.
E ha un pregio: le forze dell'ordine non riescono a rintracciarlo e fermarlo, ad impedirgli di attentare alla quiete pubblica.
Cio' puo' accadere per qualche pacifista sfigato di sensibilita' francescana o guevariana.
Ma per l'anarcoinsurrezionalista NO.
Sara' che veste di nero (e il nero, si sa, alleggerisce la figura), sara' la definizione troppo ostica da pronunciare senza fare prima un respiro profondo, fatto sta che, quando non vuoi trovarlo, non salta fuori: e' irreperibile.
E' importante servirsene al momento giusto prima che si verifichi l'evento da te maggiormente temuto: che si venga a sapere la verita'.
Percio' ricorda: ostenta ansia e sincero interesse per il benessere, parla del rischio anarcoinsurrezionalista, cita il termine legalita' .
Concludo.
Mi raccomando, sii grato al tuo invisibile nemico che se ne va in giro con la mazza in mano inseguito da forze dell'ordine che non sanno COME trovarlo: lui, in fondo, sta lavorando per te.
Soddisfazioni, privilegi, ma anche sacrifici spesso privi di un'adeguata contropartita. Ci si mette al servizio degli altri e si lavora anima e corpo, senza risparmiarsi.
Raggiunta (per merito proprio e altrui) la propria temporanea meta, TU, politico in erba, ti troverai in situazioni che andranno contro il benessere della collettivita', ma incideranno positivamente sul TUO.
Allora sara' imbarazzante tutelare la propria immagine e garantirsi il pubblico consenso, perche' un cittadino mediamente attivo, consapevole e informato potra' venire presto a conoscenza dei vantaggi (almeno quelli piu' evidenti) di cui hai goduto.
Spesso ti troverai a sostenere una causa che promette di essere effettivamente nociva per i cittadini che qualche volta ti hanno eletto e dovrai lottare tenacemente per difenderla, tanto piu' che la stessa ragione ha, ahime', scelto di stare nel campo opposto.
Cosa fare, allora?
La risposta c'e': l'Anarcoinsurrezionalista.
Chi e'?
L'aggettivo e' talmente ignoto ai piu' da non aver necessita' di impararlo tu stesso. L'anarcoinsurrezionalista e' , nell'immaginario collettivo, colui che crea disordine, minaccia il benessere altrui, va in giro danneggiando banche e negozi e manda ordigni e lettere intimidatorie ai servitori dello Stato.
Si veste di nero, indossa orribili passamontagna, si sente mutilato a non avere una mazza con se' da portare in giro, la sua immagine evoca timori inconsci, paure inconfessabili.
E' versatile, disponibile a spostamenti, efficiente, brilla nel lavoro d'equipe.
L'anarcoinsurrezionalista e' estremamente attuale: e' il co.co.pro della protesta civile. Infatti l'anarcoinsurrezionalista trascura alcune cause per dedicarsi con passione ad altre.
Se ne frega della legge che ha snaturato la Costituzione Italiana, non e' interessato alla Cirami, alla Bossi-Fini che tratta gli extracomunitari come carne da macello, all'abolizione della tassa di successione, alle leggi finanziarie che paralizzano gli enti locali, alla riforma del sistema scolastico.
NO.
L'anarcoinsurrezionalista lo trovi ai Social Forum, alle manifestazioni contro la guerra in Iraq, nelle grandi mobilitazioni della societa' civile, nelle occasioni in cui la sensibilita' della Gente e' maggiormente coinvolta.
E ha un pregio: le forze dell'ordine non riescono a rintracciarlo e fermarlo, ad impedirgli di attentare alla quiete pubblica.
Cio' puo' accadere per qualche pacifista sfigato di sensibilita' francescana o guevariana.
Ma per l'anarcoinsurrezionalista NO.
Sara' che veste di nero (e il nero, si sa, alleggerisce la figura), sara' la definizione troppo ostica da pronunciare senza fare prima un respiro profondo, fatto sta che, quando non vuoi trovarlo, non salta fuori: e' irreperibile.
E' importante servirsene al momento giusto prima che si verifichi l'evento da te maggiormente temuto: che si venga a sapere la verita'.
Percio' ricorda: ostenta ansia e sincero interesse per il benessere, parla del rischio anarcoinsurrezionalista, cita il termine legalita' .
Concludo.
Mi raccomando, sii grato al tuo invisibile nemico che se ne va in giro con la mazza in mano inseguito da forze dell'ordine che non sanno COME trovarlo: lui, in fondo, sta lavorando per te.
5.12.05
Da piccola attendevo il Natale con gioia.
Mi immergevo nella lettura del libro verde di preghiere e intonavo davanti a una candela tutte le canzoni della corale della chiesa.
Mi occupavo personalmente del presepe e sceglievo con cura le statuine, la carta che fungeva da cielo, la carta stagnola per i fiumi, le dimensioni delle pecorelle.
Quando rimanevo da sola iniziavo a cercare per tutti gli angoli di casa i regali che i miei avevano acquistato per me.
Poi, non potendoli scartare prima del tempo, me ne tornavo frustrata in camera, a giocare.
C'era anche il momento delle visite, parenti e amici di famiglia.
Io, che di solito sbadigliavo e scappavo in camera a giocare con le bambole (o ad ascoltare gli Europe), me ne restavo li, immobile e sorridente.
Perche' sapevo che i parenti e gli amici di famiglia solitamente cosi tediosi avrebbero portato un regalo anche per me.
Durante una di quelle visite da me tanto attese, la mia madrina di battesimo mi porse un grosso pacco blu, col nastro argentato. Baciai, ringraziai, saltellai e mi misi a scartarlo.
Gocce di Napoleon.
No, dico: Gocce di Napoleon. Il profumo piu' nauseabondo nella storia della cosmesi femminile. Una scia olezzante di muschio, si, ma del secolo XVIII, una bottiglia triste e due pirla raffigurati sulla confezione, fotografati durante un bacio sotto la pioggia. In piu', cadeau d'eccezione: La SAPONETTA( e' finita da qualche parte, forse quando facevo giocare Barbie e Ken nel bidet)!
Ringraziai, per poi piangere di rabbia e dispetto in solitudine.
Il Natale successivo la mia madrina mi venne incontro sorridente, la sua voce tenera, il suo aspetto rassicurante.
Mi disse: Silvia, sei talmente brava che, quest'anno, ho deciso di farti un regalo speciale.
E mi consegno' un pacco avvolto nella carta rossa decorata da alberelli d'oro.
Non senza agitazione apri il regalo.
La guardai, reprimendo le lacrime: era 'Gocce' di Napoleon.
Ero stata cosi brava da essermi meritata ben due saponette.
Due anni fa' ho buttato circa cinque bottigliette di 'Gocce' di Napoleon.
Il Galateo della contessa Clara (chiedere alle proprie nonne per informazioni esaustive) consiglia di prender nota di tutti i doni acquistati per i propri cari.
Ve lo consiglio anch'io.
Mi immergevo nella lettura del libro verde di preghiere e intonavo davanti a una candela tutte le canzoni della corale della chiesa.
Mi occupavo personalmente del presepe e sceglievo con cura le statuine, la carta che fungeva da cielo, la carta stagnola per i fiumi, le dimensioni delle pecorelle.
Quando rimanevo da sola iniziavo a cercare per tutti gli angoli di casa i regali che i miei avevano acquistato per me.
Poi, non potendoli scartare prima del tempo, me ne tornavo frustrata in camera, a giocare.
C'era anche il momento delle visite, parenti e amici di famiglia.
Io, che di solito sbadigliavo e scappavo in camera a giocare con le bambole (o ad ascoltare gli Europe), me ne restavo li, immobile e sorridente.
Perche' sapevo che i parenti e gli amici di famiglia solitamente cosi tediosi avrebbero portato un regalo anche per me.
Durante una di quelle visite da me tanto attese, la mia madrina di battesimo mi porse un grosso pacco blu, col nastro argentato. Baciai, ringraziai, saltellai e mi misi a scartarlo.
Gocce di Napoleon.
No, dico: Gocce di Napoleon. Il profumo piu' nauseabondo nella storia della cosmesi femminile. Una scia olezzante di muschio, si, ma del secolo XVIII, una bottiglia triste e due pirla raffigurati sulla confezione, fotografati durante un bacio sotto la pioggia. In piu', cadeau d'eccezione: La SAPONETTA( e' finita da qualche parte, forse quando facevo giocare Barbie e Ken nel bidet)!
Ringraziai, per poi piangere di rabbia e dispetto in solitudine.
Il Natale successivo la mia madrina mi venne incontro sorridente, la sua voce tenera, il suo aspetto rassicurante.
Mi disse: Silvia, sei talmente brava che, quest'anno, ho deciso di farti un regalo speciale.
E mi consegno' un pacco avvolto nella carta rossa decorata da alberelli d'oro.
Non senza agitazione apri il regalo.
La guardai, reprimendo le lacrime: era 'Gocce' di Napoleon.
Ero stata cosi brava da essermi meritata ben due saponette.
Due anni fa' ho buttato circa cinque bottigliette di 'Gocce' di Napoleon.
Il Galateo della contessa Clara (chiedere alle proprie nonne per informazioni esaustive) consiglia di prender nota di tutti i doni acquistati per i propri cari.
Ve lo consiglio anch'io.
2.12.05
Ho il brutto vizio di cenare guardando la TV.
Tante persone hanno provato a guarirmi da quest'innata forma di maleducazione e di scarso rispetto nei confronti delle pietanze e di chi le ha preparate. Inutilmente.
Cosi, ieri sera, mentre mangiavo un piatto di penne al salmone (uno dei miei preferiti), ho deciso di entrare nel meraviglioso mondo di 'Sgarbi quotidiani'.
Si parlava della TAV in Val di Susa, ospiti Pecoraro Scanio e Roberto Rosso, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali.
Rosso ha affermato, con non comune baldanza (leggi anche faccia di bronzo), che s'inizieranno a 'bucare' le montagne proprio per accertarsi dell'esatta percentuale di amianto e uranio nelle stesse.
Sono necessari almeno quattro/cinque mesi per stabilirlo. Le proteste dei valligiani non hanno fondamento.
Potrete decidere della veridicita' di quest'affermazione guardando la foto di codesto servitore dello Stato.
Fatto?
Bene, possiamo andare avanti.
Ormai della Bresso, di Ciampi, di Casini che lo segue a ruota sappiamo tutto.
Non siamo invece a conoscenza dello scarso entusiasmo francese manifestato nei confronti di questa Grande Opera. Gli italiani, per rimediare a cotanta freddezza, si sono impegnati a finanziare il 63% della tratta internazionale, che include il dispendioso tunnel di base (che corre per circa un terzo nel nostro territorio nazionale).
Le commissioni nominate dal governo francese hanno sinora espresso un giudizio negativo sul progetto TAV. Gli esperti francesi consigliano, semmai, di puntare su un miglioramento della storica Torino-Lione.
Non solo.
I dati sul traffico confermano un costante calo del flusso passeggeri su questa linea, calo che ha portato alla soppressione della stessa nel 2004 con un passivo di 6 milioni di euro.
Ancora.
Chi si dichiara a favore della TAV afferma che Torino grazie a questo progetto non verra' tagliata fuori da dall'Europa.
Per cio' che riguarda il trasporto merci, non e' esattamente cosi.
L'interconnessione di corso Marche (indispensabile 'bretella' di raccordo torinese alla nuova linea per il passaggio delle merci dallo scalo di Orbassano, unicamente in direzione della Francia) non e' ritenuta 'essenziale' dai dirigenti di Rfi (Reti Ferroviarie Italiane) in assenza di altri interventi integrati (strade etc.) e di cospicui finanziamenti: i costi della sua gestione sono reputati insostenibili dai manager delle ferrovie. Nel frattempo l'effettiva realizzazione dell'interconnessione resta in sospeso. Il progetto preliminare della nuova linea contempla semplicemente una predisposizione per il raccordo, di cui manca qualsiasi stima accurata dei costi e costruttivi e d'esercizio. Quindi, in assenza di tale interconnessione le merci in transito dalla Val di Susa sulla nuova linea proseguirebbero per Milano attraverso Settimo torinese, e viceversa.
Ergo Torino resterebbe ugualmente tagliata fuori dall'Europa.
Allora, per l'ennesima volta, vi costringo a leggere le ragioni che si oppongono alla realizzazione di questa Grande Opera.
Ciampi? Si sara' dimenticato di dircelo.
La protesta Via email
Le 7 criticita'
Rischi amianto
L'ottimo articolo di Andrea Giordano
Tante persone hanno provato a guarirmi da quest'innata forma di maleducazione e di scarso rispetto nei confronti delle pietanze e di chi le ha preparate. Inutilmente.
Cosi, ieri sera, mentre mangiavo un piatto di penne al salmone (uno dei miei preferiti), ho deciso di entrare nel meraviglioso mondo di 'Sgarbi quotidiani'.
Si parlava della TAV in Val di Susa, ospiti Pecoraro Scanio e Roberto Rosso, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali.
Rosso ha affermato, con non comune baldanza (leggi anche faccia di bronzo), che s'inizieranno a 'bucare' le montagne proprio per accertarsi dell'esatta percentuale di amianto e uranio nelle stesse.
Sono necessari almeno quattro/cinque mesi per stabilirlo. Le proteste dei valligiani non hanno fondamento.
Potrete decidere della veridicita' di quest'affermazione guardando la foto di codesto servitore dello Stato.
Fatto?
Bene, possiamo andare avanti.
Ormai della Bresso, di Ciampi, di Casini che lo segue a ruota sappiamo tutto.
Non siamo invece a conoscenza dello scarso entusiasmo francese manifestato nei confronti di questa Grande Opera. Gli italiani, per rimediare a cotanta freddezza, si sono impegnati a finanziare il 63% della tratta internazionale, che include il dispendioso tunnel di base (che corre per circa un terzo nel nostro territorio nazionale).
Le commissioni nominate dal governo francese hanno sinora espresso un giudizio negativo sul progetto TAV. Gli esperti francesi consigliano, semmai, di puntare su un miglioramento della storica Torino-Lione.
Non solo.
I dati sul traffico confermano un costante calo del flusso passeggeri su questa linea, calo che ha portato alla soppressione della stessa nel 2004 con un passivo di 6 milioni di euro.
Ancora.
Chi si dichiara a favore della TAV afferma che Torino grazie a questo progetto non verra' tagliata fuori da dall'Europa.
Per cio' che riguarda il trasporto merci, non e' esattamente cosi.
L'interconnessione di corso Marche (indispensabile 'bretella' di raccordo torinese alla nuova linea per il passaggio delle merci dallo scalo di Orbassano, unicamente in direzione della Francia) non e' ritenuta 'essenziale' dai dirigenti di Rfi (Reti Ferroviarie Italiane) in assenza di altri interventi integrati (strade etc.) e di cospicui finanziamenti: i costi della sua gestione sono reputati insostenibili dai manager delle ferrovie. Nel frattempo l'effettiva realizzazione dell'interconnessione resta in sospeso. Il progetto preliminare della nuova linea contempla semplicemente una predisposizione per il raccordo, di cui manca qualsiasi stima accurata dei costi e costruttivi e d'esercizio. Quindi, in assenza di tale interconnessione le merci in transito dalla Val di Susa sulla nuova linea proseguirebbero per Milano attraverso Settimo torinese, e viceversa.
Ergo Torino resterebbe ugualmente tagliata fuori dall'Europa.
Allora, per l'ennesima volta, vi costringo a leggere le ragioni che si oppongono alla realizzazione di questa Grande Opera.
- per realizzare 40 km di gallerie piu' i 54 km del tunnel sotto il Moncenisio, si bucheranno montagne con alte percentuali di amianto ( e forse di uranio), mettendo a rischio la salute della popolazione locale
- i lavori durano 15 anni e la Val di Susa diventerebbe un gigantesco cantiere (non c'e' bisogno che elenchi qui i vantaggi comportati dai lavori in corso, o sbaglio?)
- la nuova ferrovia passerebbe molto vicino ai centri abitati, incidendo negativamente sulla qualita' della vita della popolazione locale
- comporterebbe seri danni alle falde acquifere e ci sarebbe un forte rischio di dissesto idrogeologico
- la Val di Susa e' gia' attraversata da due strade statali, un'autostrada, due elettrodotti e la ferrovia internazionale
- i valligiani non sono stati consultati e non hanno potuto dire la loro su un progetto che stravolgerebbe il loro territorio
- il costo e' di circa 15 miliardi di euro, tutti a carico del contribuente, of course. Intanto la Parma-La Spezia, la Verona-Modena e altre linee continuano a funzionare su un solo binario.
- la linea ferroviaria presente nella valle funziona solo per il 50%. Una linea ad Alta Velocita' potrebbe incidere sul trasporto delle merci su rotaia?
- il flusso di traffico nord-sud del Piemonte sarebbe tagliato fuori da quest'opera perche' manca il collegamento (l'abbiamo detto prima) con lo scalo merci di Orbassano
Ciampi? Si sara' dimenticato di dircelo.
La protesta Via email
Le 7 criticita'
Rischi amianto
L'ottimo articolo di Andrea Giordano
1.12.05
Torpore
Ieri e' stata la giornata degli imperativi negativi e delle dimostrazioni di forza.
Personaggi che possiedono la credibilita' di una figura istituzionale che starebbe bene collocata in una teca o l'attendibilita'di una figura politico-istituzionale si, ma mendace e corrotta, ci ammoniscono somministrandoci la quotidiana tazza di camomilla.
Non isoliamoci.
Noi non glielo daremo (il governo! Il governo!).
Non scapperemo.
Uhm... vediamo se posso dare anche il mio contributo.
No pasaran, ecco!
Noi non ci saremo. Ah no! Questa e' dei Nomadi.
Non voglio fare l'attrice, preferisco intraprendere la carriera di conduttrice.
Non ho rilasciato dichiarazioni del genere, la colpa e' di voi giornalisti.
Andiamoci a fare un caffe', va'.
Personaggi che possiedono la credibilita' di una figura istituzionale che starebbe bene collocata in una teca o l'attendibilita'di una figura politico-istituzionale si, ma mendace e corrotta, ci ammoniscono somministrandoci la quotidiana tazza di camomilla.
Non isoliamoci.
Noi non glielo daremo (il governo! Il governo!).
Non scapperemo.
Uhm... vediamo se posso dare anche il mio contributo.
No pasaran, ecco!
Noi non ci saremo. Ah no! Questa e' dei Nomadi.
Non voglio fare l'attrice, preferisco intraprendere la carriera di conduttrice.
Non ho rilasciato dichiarazioni del genere, la colpa e' di voi giornalisti.
Andiamoci a fare un caffe', va'.
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