Il 15 novembre di due anni fà moriva mio nonno .
Stamattina , al mio risveglio , ho avvertito in modo istintivo quale giorno fosse . E ho sentito un vago , lontano dolore . E disagio . Disagio per essere ancora qui , mentre una persona a me cara non c'è più .
Malessere , quasi la coscienza di DOVER sentire la sua mancanza .
E' causato dalla folle importanza attribuita alle ricorrenze , perchè si suppone che io debba soffrire la sua assenza OGGI .E alzare la testa per il resto dell'anno .
Mi impedisco di pensare a quanto sia ingiusta , inutile , crudele , cieca , la morte , ma voglio almeno ringraziare di averlo avuto , essere grata per averlo conosciuto , lui , che ha fatto parte della mia vita .
Tale pacificazione interiore non può conciliarsi con il pianto gridato , esibito ed esasperato , con le visite al cimitero e il tripudio di fiori innanzi a una tomba . Non può , perchè sono convinta che mio nonno non sia lì , rinchiuso a doversi sorbire orribili ceri , o puzzolenti pensieri floreali .
E' una fortuna provare tutto ciò . Un salvagente , l'ennesimo , per restare a galla un minuto in più . Senza una simile convinzione , sarebbe inevitabile porsi delle domande e le risposte , quelle di cui avrei così bisogno , non giungerebbero .
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