Ieri, telefonata con una cara amica. Ci si racconta le vacanze. Si ride. Mi domanda qualche consiglio (perché a me, cavolo? Faccio persino fatica ad accendere il gas!).
Qualcuna, Qualcuna che sa vedere lontano, commenta:
“Ovvio che finisci zitella. A forza di ascoltare i problemi degli altri ti decidi che non vale la pena soffrire e preferisci star da sola.”
E' vero. Ed è anche una delle ragioni per cui questo blog è estremamente egocentrico.
Fuori di qui mi limito a tiranneggiare tre persone... e non cito la terza perché mi auguro di non tiranneggiarla come ho fatto con le altre due. Le mie due vittime sono Alessia e Lisa. Con loro mi concedo il lusso dello sfogo e del monologo. Le tratto come tratto questo blog... bla, bla, bla.
Con tutti gli altri è diverso. Per loro sto sempre bene, non ho problemi, se li ho sono di scarsa importanza, se non di scarsa importanza si risolvono... con gli altri non riesco a parlare di me per più di due-tre minuti consecutivi. Non posso.
E porto la conversazione su di loro, su come stanno, cosa fanno, cosa gli è successo... Perché?
1)se parlassi di me si annoierebbero
2) se chiedessi un parere se ne verrebbero fuori con qualche frase di circostanza, il necessario per mostrarsi cortesemente interessati ad un dolore che non è il proprio
3) perché mi piace stare vicino alle persone, aiutarle a vedere e a stare meglio... non per presunzione (l'ho già detto che non so accendere il gas!), ma perché mi viene spontaneo partecipare a ciò che gli succede
4) perché se non m'importasse di chi mi circonda varrei poco meno di un concime per le petunie
5) perché mi piace dare comprensione a prescindere da quanta ne ricevo.
Lasciamo che credano di me ciò che vogliono, purché io abbia un piccolo mondo noto soltanto a me.
Ovviamente ciò non vale per voi... cari lettori!
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