Esiste una frattura nella nostra generazione, quella nata durante gli anni '80, una frattura invisibile agli occhi poco esperti: quella fra coloro che dopo la maturita' sono entrati nel mondo del lavoro (fisso) e quelli che hanno proseguito gli studi per un numero imprecisato di anni.
I primi hanno percezione della precarieta' in cui vive l'italiano medio tramite il caro-vita e la continua, silenziosa sottrazione dei diritti di cui hanno goduto i loro padri.
I secondi si affacciano ora nel mondo del lavoro, spesso non in modo confacente alle proprie competenze, al proprio valore individuale e intellettuale.
I primi brontolano perche' 'non riescono a fare il ponte' e minacciano di licenziarsi per un giorno di lavoro in piu'.
I secondi, quando va bene, fluttuano nell'allegro mondo dei call centers, dei lavori pagati a provvigione e dei Co. Co. Pro. .
I primi non sprecano la propria giusta indignazione unendosi ai colleghi e ricorrendo ai sindacati, ma diffidano di quegli stessi colleghi con cui condividono lavoro e giornate. Nicchiano quando viene proclamato uno sciopero, fanno testa o croce quando si tratta d'incontrare un rappresentante di sindacato.
I secondi, che hanno visto crollare i propri sogni non meno dei primi, faticano ad intendere la causa di cosi tanta indifferenza nei confronti dei propri diritti di lavoratori e vorrebbero (oh, quanto lo vorrebbero!) trovarsi in condizione di poterli far valere, quei diritti.
Ieri sera, al telefono, una mia cara amica era imbufalita per quel giorno di ponte in meno. Mi azzardo a supporre che se fosse stato a rischio qualcosa di diverso dal diritto al riposo lei, come gli altri, non avrebbe aperto bocca.
E ai secondi, a questa massa di poveri beoti, ingenui, coglioni e rimbambiti, non e' nemmeno concesso di biasimare la legge Biagi: farlo equivarrebbe a giustificarne il brutale assassinio.
5 commenti:
Condivido, come ormai spesso accade, le tue tesi!
Cosa dire, forse l'italiano ha quello che si è meritato!
Per noi "diversi" forse non resta che l'esilio "volontario"!
-chissà-
D'accordo con te e Francesco.
Co.Co.Pro. : facciamo una band ska e vendiamo i diritti della nostra storia alla De Filippi. Guadagneremmo senz'altro di più!
Il problema è l'individualismo che domina l'intera generazione. Il pensare a se, senza curarsi troppo di quello che accade nel mondo circostante.
Questo temo sia stato causato dal modo in cui la (nostra) generazione è stata cresciuta, e al mondo in cui è diventata adulta.
Io mi trovo nella categoria uno e mezzo, avendo iniziato gli studi universitari ma poi essendo passato nel (precario) mondo del lavoro. E mi sono trovato più volte di fronte a persone che difendono il loro piccolo castello con tutte le forze, rifiutando anche un bicchiere d'acqua a chi chiede aiuto in qualche cosa per cui combatte.
Spesso mi trovo dell'idea di non poter dare torto a questa gente, visto che certi diritti acquisiti ormai sono impensabili per chi ha pochi anni di lavoro alle spalle, ma so benissimo che proprio sul fatto che molti se ne fregano di tutto, vengono approvate leggi che continuano a frammentare le generazioni future.
Non so, facendo parte di una generazione confusa non posso che essere confuso... :-D
(ah, faccio parte, di poco, dei seventies)
Mai parole più vere. Ciao, Dblk
Il problema è che siamo arrivati al punto che quando vai a lavorare, ti dicono: o mangi questa minestra o salti dalla finestra. Se hai fame la mangi e stai bello muto. Piano piano ci sono arrivati. Ricordo quando dicevano che bisognava abituarsi a spostarsi, che il posto fisso bisognava scordarselo. Va bene, poteva anche essere interessante per qualcuno spostarsi in una diversa città, anche come esperienza di vita. Invece hanno spostato, ma anzichè mandare in un'altra città, hanno mandato a casa. La piccola differenza sta qua.
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